Home / ANEDDOTI  / ALBERTO URBAN:”SONO STATO MOLTO VICINO ALLA SALERNITANA. CHE BATTAGLIE IN CAMPO IN QUEGLI ANNI!”

ALBERTO URBAN:”SONO STATO MOLTO VICINO ALLA SALERNITANA. CHE BATTAGLIE IN CAMPO IN QUEGLI ANNI!”

Nel 1992 sono stato vicinissimo alla Salernitana. Mi chiamò Renzo Castagnini che era venuto da poco a Salerno. Io avevo un problemino al ginocchio, la società granata mi fece fare quindici sedute dal massaggiatore Carmando e, nel momento in cui dovevo firmare, dopo la rescissione del contratto con l’Avellino, mi sono tirato indietro perchè non mi sentivo l’Urban di qualche anno prima e a Salerno, giustamente, aspettano sempre di vedere il top dei giocatori”. E’ Alberto Urban, protagonista negli anni ottanta e novanta sui campi della vecchia Serie C e Serie B, a raccontare alla nostra redazione questo aneddoto. “In quel momento Salerno non era una piazza adatta a me, perchè non mi sentivo al massimo. Al mio posto presero Pietro Strada, un bel giocatore, che giocò in quella squadra che poi l’anno successivo, con l’arrivo di Delio Rossi, fece il grande salto in Serie B. Io preferii scendere di categoria e andai alla Turris in Serie C2 dove mi sono tolto diverse soddisfazioni, vincendo il campionato“.

In carriera ha vestito maglie importanti, tra cui quelle di Cavese, Cosenza, Triestina, Genoa, Avellino, Turris, realizzando tanti gol ed affrontando diverse volte la Salernitana, in partite molto sentite dalle tifoserie e dalle squadre in campo. “Sul terreno di gioco erano delle battaglie vere tra uomini veri, ma dopo le partite finiva tutto e ci si rispettava. Era un altro modo di intendere il calcio”.

Ci racconti un Cavese-Salernitana di questi anni?

“Ricordo che presi una bella botta durante un Cavese Salernitana, quando Conforto, centrocampista dei granata, proprio all’inizio di partita, mi spaccò la gamba e fui costretto a trenta punti di sutura. Successe proprio all’inizio della partita. Ma erano bei tempi, perchè rispetto ad oggi era un calcio diverso, un calcio più umano. C’era la rivalità giusta, un sano sfottò, il mio rammarico è che quel tipo di calcio non tornerà mai più“.

Cosa ricordi del Vestuti e di quella Salernitana ?

Ricordo che il Vestuti era sempre strapieno, quell’atmosfera mi caricava tanto. Ho incontrato la Salernitana diverse volte, quando giocavo con la Cavese, con il Cosenza, con la Triestina in Serie B. Giocare con la Salernitana era come sfidare la Juventus della categoria, perchè Salerno era Salerno. C’era una società forte che ogni anno puntava al salto di categoria, comprando i migliori giocatori per vincere i campionati, anche se poi difficilmente ci riusciva. Ricordo che all’epoca a Salerno giocavano giocatori che avevano fatto la fortuna di altre squadre, come Bagnato, Cozzella, Crialesi, Romiti, Sciannimanico, Cocco, Renzi, calciatori che avevano vinto tanti campionati di serie C“.

Come ti sembra il calcio di oggi e quali differenze vedi rispetto a qualche anno fa ?

In giro c’è poco spettacolo, difficilmente vedi un dribbling, un “tunnel”. Sento dire che oggi c’è molta corsa. Ma anche una volta si correva! Oggi i valori tecnici si sono abbassati. Se vai a vedere la Serie C è un pianto! Ormai il calcio è questo, è diventato solo business. A parte le solite squadre che giocano ai vertici in Serie A e qualche squadra di B, per il resto le altre squadre fanno fatica a far quadrare i bilanci, anche perchè ormai gli stadi sono semi-vuoti, e quindi gli introiti sono in calo. In serie C, ora LegaPro, c’è poco seguito e le società puntano su qualche giovane. Oggi il calcio è cambiato, anche da un punto di vista tecnologico: il numero di osservatori è stato dimezzato perchè ormai i giocatori vengono visionati attraverso dvd o internet”.

Che giocatore era Urban, un fantasista o una mezza punta ?

Trequartista, fantasista, esterno d’attacco, ero un vagabondo per il campo. Nessun allenatore mi ha mai vincolato in un ruolo ben preciso, perchè mi piaceva muovermi per il campo e quindi sceglievo io la posizione migliore per me e per la squadra“.

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Urban è rimasto nel mondo del calcio ?

Dopo che ho smesso di giocare, ho sempre allenato: ho iniziato con le giovanili del Cosenza, dove sono stato per cinque anni, allenando la Primavera e gli Allievi Nazionali. Poi sono stato al Savoia, al Venafro, in Molise, al Lavello, in Basilicata, alla Turris in serie D, al Vairano. Attualmente non alleno, ma vado spesso in giro come osservatore per conto di Renzo Castagnini, attuale direttore sportivo del Brescia. Con Renzo siamo molti amici, con lui ho giocato a Cosenza ed era Direttore Sportivo del Cosenza quando io allenavo le giovanili. Poi ci siamo ritrovati, sempre a Cosenza, quando vestivo i panni di Team Manager. Ed ancora, sempre insieme e con gli stessi ruoli, siamo stati a Barletta in Lega Pro qualche anno fa. Ho fatto anche l’osservatore per il Chievo quando c’era Sartori e per il Pescara, con Peppino Pavone“.

Ti diverti ancora a giocare a calcio ?

Ogni tanto gioco a calcetto con gli amici a Cava dei Tirreni, dove vivo da anni avendo sposato una ragazza di Vietri sul Mare. La partitella è una scusa per andare a mangiare la pizza. Gioco per divertimento, non per fare gol. Ai miei amici dico sempre: quando giocavo mi pagavano per vincere e ho sempre perso, ora a 55 anni potrò mai giocare per vincere?”.

Alberto Urban ai tempi della Cavese

Alberto Urban ai tempi della Cavese

Alberto Urban, ieri e oggi

Alberto Urban, ieri e oggi

Urban in azione con la maglia del Genoa

Urban in azione con la maglia del Genoa

Fonte foto: profilo FB di Alberto Urban

mesposito_it@yahoo.it

Il miglior modo per predire il futuro è crearlo!