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ALESSANDRO DE ROSE (TUFFATORE):”CHE ADRENALINA TUFFARSI DALLE GRANDI ALTEZZE!”

Tre secondi, forse quattro, di emozioni forti, adrenalina allo stato puro. E’ quello che si prova a tuffarsi dalle grandi altezze. Ne sa qualcosa Alessandro De Rose, venticinquenne di Cosenza ma da quattro anni trapiantato a Trieste dove, oltre all’attività di tuffatore, lavora come cameriere in un ristorante. Dopo alcuni piazzamenti importanti in gare internazionali da piattaforme di 27 metri, quest’anno arriva per lui la consacrazione definitiva con il successo della prima tappa della Red Bull Cliff Diving World Series a Polignano a Mare e, a fine luglio, con la vittoria della medaglia di bronzo ai Mondiali di Nuoto a Budapest. Addirittura nelle scorse settimane è stato coinvolto, simpaticamente, in una sitcom dei comici di Casa Surace (i cui video vantano milioni di visualizzazioni su Facebook e Youtube), in cui Alessandro si presta a fare il tuffo finale da 27 metri, proprio dalla piattaforma di Polignano a mare. Ma ci racconta tutto lo stesso De Rose, contattato telefonicamente dalla nostra Redazione.

Innanzitutto parlaci della tua carriera sportiva.Ho iniziato a fare tutti dalle grandi altezze nel 2013, anno in cui ho scoperto questo bellissimo mondo. Un paio di anni fa ho partecipato ai mondiali in Kazan in cui mi sono piazzato al 15esimo posto. L’anno successivo ho approcciato questa attività come un atleta e non solo come un appassionato e sono riuscito a conquistare il quinto posto in Texas, nella gara della Red Bull, fino ad arrivare ai successi di quest’anno, in cui sono riuscito a conquistare l’oro a Polignano, un mese fa, e qualche giorno dopo a vincere la medaglia di bronzo ai Mondiali di Nuoto a Budapest”.

Come si ci prepara ai tuffi dalle grandi altezze, che tipo di preparazione deve fare un atleta?Diciamo che tutti i tuffatori che hanno partecipato al Mondiale hanno un background di tuffi tradizionali: parliamo di tuffi da un metro, da tre metri e dalla piattaforma olimpica di dieci metri che è la stessa piattaforma che si utilizza per gli allenamenti. Per me è un cammino, in cui non si può improvvisare. E’ necessario tanto allenamento fisico e psicologico. Devi iniziare ad affrontare quelle altezze senza poterle utilizzare tutti i giorni perché noi tuffatori ci tuffiamo dalle grandi altezze solo il giorno della gara. E si arriva a tuffarsi da quelle altezze passo dopo passo. Pian piano si va sempre più su, si prova nei parchi divertimento dove ci sono spettacoli di tuffi, magari si prova a fare il tuffo prima da 12 metri, poi da 14 metri, da 15, da 16 e si cerca di salire sempre di più. E poi un giorno, quando si è pronti, si decide di fare il “saltone”.

Cosa si prova a tuffarsi da 27 metri ? “Un mix di emozioni contrastanti. Nel momento in cui stai salendo sulla piattaforma, da un certo punto di vista, ti vien voglia di dire “ma chi me l’ha fatto fare”, anche perché non siamo completamente fuori di testa. Quindi la prima sensazione che si ha è di paura. Lo dico io ma lo possono confermare anche tuffatori con molta più esperienza di me, anche perché la paura è una costante nel nostro sport. Superato questo primo momento di paura, inizia la fase della concentrazione,  un momento di connessione totale tra mente e corpo. Quindi cerchi di ripassare mentalmente il tuffo, in maniera dettagliata, e lo fai attraverso la concentrazione e l’immaginazione, diciamo che fai un po’ di training autogeno. Poi arrivi sulla piattaforma ed inizi a pensare ad un piccolo dettaglio: annulli tutto ciò che hai intorno, la gente, la paura, svuoti la testa e inizi a pensare solo ad un piccolo dettaglio. Ad esempio “salta forte”, oppure “stai duro nell’avvitamento”. Devi curare solo quel piccolo dettaglio, il resto diventa un automatismo”.

Sei di Cosenza, ma vivi a Trieste, dove ti alleni con una società sportiva.Sono tesserato con la Trieste Tuffi che mi ha quasi scoperto per caso e mi ha messo in condizione di potermi allenare al meglio. Mi hanno messo a disposizione il preparatore fisico, un centro di fisioterapia, una psicologa sportiva che è stata un elemento determinante per queste ultime gare. La mattina mi alleno e la sera lavoro come cameriere”.

Com’è stata l’esperienza con i comici di Casa Surace ? “Mi hanno contattato tramite la Red Bull. Quando mi hanno detto che dover fare parte di un loro sketch ero su di giri perché sono un super fan della loro pagina. Essendo anche io del Sud, adoro tutto quello che fanno, perché mettono in evidenza lo stereotipo del Sud ma in chiave positiva, ossia la persona del sud generosa, che quando ha dà tutto, il bello di essere meridionale. Quando li ho conosciuti, sono rimasto sorpreso dal fatto che Riki, l’attore che fa la parte del milanese, in realtà è napoletano. Non ci volevo credere, perché in tutte le scene ha una cadenza milanese perfetta. Comunque è stato molto emozionante, è stato bello conoscerli perchè li seguo sempre ed essere dentro uno sketch per me è stata come vincere un’altra medaglia”.

Dopo la scenetta comica, hai avuto modo di risentirli? Dopo lo sketch mi hanno telefonato per farmi i complimenti dopo la vittoria della medaglia di bronzo a Budapest e per me è stato un onore ricevere la loro telefonata”.

Ecco la scena in cui Alessandro De Rose fa il tuffo dalla piattaforma (dal minuto 3:40)

Fonte foto: pagina Facebook Alessandro De Rose

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