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“Il calcio dietro le quinte”: intervista a 360° ad Alessandro Erra, mister salernitano del Catanzaro

L’allenatore salernitano Alessandro Erra, attuale tecnico del Catanzaro, è il protagonista della nuova puntata de “Il calcio dietro le quinte”. Con lui non ci siamo soffermati sull’attualità, preferendo trattare temi di più ampia portata e maggiormente confacenti ai contenuti caratterizzanti di questa rubrica.

Quando è nata l’idea di divenire allenatore?

“Ho smesso giocoforza di giocare a calcio all’età di 31 anni, nel pieno della maturità atletica e tecnica, a causa di un infortunio. Già quando militavo nell’Ascoli mi era balenata in testa l’idea di intraprendere un giorno la carriera di allenatore. La disavventura vissuta in prima persona ha fatto sì che il percorso venisse notevolmente accelerato: da subito, ho fatto il secondo di Raffaele Sergio al Campobasso e successivamente ho iniziato ad allenare in prima persona. Negli ultimi dieci anni, ho guidato per sette anni compagini di D e nelle ultime tre annate società di Lega Pro”.

A quali tecnici ti ispiri nello svolgere la tua professione?

“Ho avuto la fortuna di essere stato guidato in carriera da diversi mister preparati come Del Neri, Papadopulo, Simonelli e altri. Da loro ho carpito le idee e le ho reinterpretate alla luce della mia temperie personale, creando un mix con quelle che scaturiscono dal mio modo di intendere calcio”.

Quanto è difficile gestire uno spogliatoio?

“Molto. Spesso e volentieri mi sono ritrovato a dovere essere il tecnico di rose nelle quali militavano calciatori contraddistinti da culture diverse. Inoltre, oggi i social hanno modificato notevolmente le abitudini dei calciatori, così come alcuni rituali, che non si verificavano ai miei tempi, oggi sono all’ordine del giorno. Era, infatti, impensabile fino a una decina d’anni fa vedere calciatori approcciare alle gare con le cuffiette o mostrando i tatuaggi: ora, invece, ciò è la regolarità. Personalmente non condivido questi atteggiamenti, ma cerco di essere permissivo coi miei ragazzi, rimarcando soltanto quanto ci tenga ad alcune regole fondamentali che devono scandire il rapporto professionale che si viene ad instaurare tra tutti noi”.

Ti consideri un trainer integralista o uno che si adatta al materiale umano a propria disposizione?

“Ormai bisogna adattarsi per forza a quello che passa il convento, in generale. Sono un amante del 4-3-3, ma da un po’ di tempo qui a Catanzaro, ad esempio, sto adottando il 4-4-2”.

Concordi se ti dico che l’incidenza dell’allenatore è inversamente proporzionale alla scala gerarchica dei campionati?

“Certamente. Già nel mio piccolo l’ho constatato. In Lega Pro devo allenare meno la tecnica individuale e devo maggiormente soffermarmi sulla gestione del gruppo, mentre in serie D accadeva l’esatto contrario”.

Si paventa la possibilità di ridurre ulteriormente il numero di over in Lega Pro per incentivare l’utilizzo degli under. Sei d’accordo con questa ipotesi? Se no, come cambieresti i regolamenti federali in materia qualora ne avessi la facoltà?

“Quando ero calciatore, la concezione del nostro sport era diametralmente opposta in quanto vigeva maggiore meritocrazia e si giocava in base alle qualità individuali, senza doversi far aiutare dai regolamenti. Personalmente ritengo che queste norme siano un male per i giovani perché spesso e volentieri si trovano catapultati a giocare in determinare categorie, pur non avendone le capacità, solo per rispettare queste direttive federali. Analizzando attentamente le rose delle squadre in Lega Pro si possono evincere i seguenti dati: non ci sono calciatori aventi un’età media (intorno ai 26-27 anni), mentre vi sono tanti giovani alle prime armi e qualche elemento di grande esperienza”.

Ci segnali, infine, qualche talento interessante che gioca quest’anno nel girone C della Lega Pro?

“Nel Catanzaro ci sono due elementi promettenti, entrambi classe ’96: il portiere De Lucia ed il mediano Icardi. Si stanno mettendo in evidenza e sono sul taccuino di diverse società. Spero possano emergere e giocare in categorie superiori. Tra gli avversari, ti cito un ragazzo militante nella Reggina, squadra da noi recentemente affrontata: Bangu, classe ’97 di proprietà della Fiorentina, è un bel prospetto”.

fonte foto TuttoCalcioCatania.com

corradobarbarisi@hotmail.it

Ingegnere elettronico di primo livello. Giornalista pubblicista dal 26 novembre 2015