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FABIO VIGNAROLI: “CON ZEMAN MI SONO TROVATO BENISSIMO, SEMBRO’ STRANO CHE MI SCHIERASSE COME PRIMA PUNTA”

Nei giorni scorsi la redazione de Il Bello dello Sport ha intervistato telefonicamente Fabio Vignaroli che si è soffermato diffusamente sulla sua carriera e sulla sua esperienza a Salerno, fornendo anche spunti di riflessione su altri aspetti del calcio.

Vignaroli, classe 1976, da calciatore ha ricoperto tutti i ruoli offensivi: ala, punta centrale, esterno di centrocampo, trequartista, seconda punta. Cresciuto nelle giovanili del Como, ha girato diverse squadre tra cui Monza, Salernitana, Parma, Modena, Bari, Bologna, Lazio, con esperienze anche all’estero, in particolare in Australia. Complessivamente in carriera ha giocato poco meno di 400 partite, segnato circa 50 gol, di cui la metà messe a segno con la maglia della Salernitana.

E’ stato allenato sia da Delio Rossi che da Zeman, con i quali ha un buon rapporto e che “hanno dei principi di intendere il calcio simili”, ma ci confida anche che “a me il Maestro piace molto“.

Attualmente di cosa ti occupi, sei ancora nel mondo del calcio? 

In questo momento sto facendo il corso da allenatore FIGC a Genova, sono vicino ad una società ma sto cercando di cambiare. L’anno scorso ho ricoperto il ruolo di Direttore Sportivo a Sanremo, in Eccellenza, dove abbiamo vinto il campionato e siamo andati in Serie D. E’ una piazza dove ho avuto la possibilità di crescere e di fare esperienza, ma attualmente sto studiando e mi sto aggiornando perchè il mio obiettivo è fare l’allenatore o ricoprire un ruolo importante in qualche società”.

Considerato che da calciatore hai lavorato con diversi allenatori, a quale schema di gioco di ispiri?

Da calciatore ho avuto diversi allenatori e ho ricoperto diversi ruoli. Non sono legato a particolari schemi di gioco. Più che altro sono legato ai principi di gioco, poi è chiaro che facendo questa professione bisogna sapersi adattare alle varie necessità anche in base al materiale umano a disposizione. Nel calcio di oggi è importante fare risultato, ma è altrettanto importante esprimere un buon gioco“.

Com’è cambiato il calcio rispetto al passato ?

Il calcio professionistico di oggi prende sostanza dalla televisione. Le immagini, le interviste, i fuori campo, le telecamere addirittura negli spogliatoi prima della partita: oggi è cambiato tanto da un punto di vista dell’immagine che ne deriva. Spesso non ne esce un’immagine poco educativa“.

Parliamo dell’esperienza di Salerno. Due anni e mezzo importanti, in particolare il secondo in cui segnò 20 gol risultando il vice capocannoniere della Serie B, alle spalle di Oliveira che realizzò un solo gol in più.

A Salerno mi sono subito adattato alla piazza e ho ricordi positivi di tutto il periodo di permanenza. Magari la gente si ricorda di più il secondo anno, quello in cui arrivò Zeman e in cui feci tanti gol. La mia motivazione è intrinseca, io trovo gratificazione da quello che faccio, dalla gioia di giocare e dalla gioia di approcciarmi al calcio in questa maniera. Non ero legato al gol, ma ero legato alla voglia di far bene per la mia squadra e per la gente di Salerno“.

Anno 2001/2002, arriva Zeman e sembra emergere un “dualismo” con Mascara.

Era una cosa che si percepiva più che altro all’esterno. Avendo ricoperto tutti i ruoli, il presunto dualismo per me non esisteva perchè mi sarei potuto adattare anche ad un altro ruolo. Quando arrivò Zeman mi sembrò un pò strano che mi mettesse prima punta. Sull’esterno avrei fatto sicuramente più fatica perchè non ero un giocatore con una corsa lunga e potente, ma di corsa breve e rapida. Tra l’altro con Beppe (Mascara ndr) andavo d’accordissimo, onestamente pensavo di andare via io perchè, come caratteristiche, mi consideravo meno attaccante di Mascara. Poi Zeman ha visto in me queste qualità ed io ho cercato di fare il meglio che potevo”.

Ricordi la prima partita all’Arechi con Zeman?

“Certamente! Vincemmo 2 a 0 contro la Sampdoria, in casa all’Arechi, con un gol mio ed uno di Mascara con mio assist. Entrambi i gol li facemmo sotto la curva Sud, una bolgia!”.

Hai mantenuto legami con qualche giocatore di quelle annate a Salerno?

Andavo d’accordo con tutti, magari con qualcuno che abitava vicino a casa mia ci si vedeva più spesso. Con Campedelli siamo rimasti amici anche perchè le nostre mogli sono molto amiche. Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con tutti“.

Una curiosità. Hai giocato in diverse squadre, un giocatore che gira tanto, la domenica va a controllare i risultati delle squadre con cui ha giocato?

Tante volte avrei avuto la possibilità di rimanere nelle varie società. Il fatto di cambiare non era legato alla società, alla città o ai tifosi, era più che altro legato alle persone che fanno calcio in un certo modo. Io sono abbastanza particolare perchè faccio più fatica in quanto i miei principi non si devono discostare dalla mia persona. Mi capita spesso di controllare i risultati delle squadre in cui ho giocato, Salernitana, Como, Monza, ma anche delle squadre in cui ho giocato all’estero“.

Fonte Foto web

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