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“La donazione del midollo osseo è semplice e indolore”: la storia di Marco Giacomini

“Non voglio pubblicizzare me come persona, ma ci tengo a che venga esaltato il gesto di donare agli altri”. E’ Marco Giacomini, ventenne studente in ingegneria all’Università di Padova e portiere del Noventa di Piave (Promozione veneta, girone D), a raccontare la sua storia alla redazione del Bello dello Sport. “Sono un ragazzo normalissimo, sono diventato donatore di sangue appena arrivato alla maggiore età e ho deciso di tipizzarmi perché un mio amico che lo aveva già fatto me ne ha parlato. L’ho fatto senza pensarci, io ho la fortuna di stare bene e se posso aiutare qualcuno donando qualcosa che non mi serve lo faccio volentieri. Noi donatori però mettiamo il tassello più piccolo, seppur fondamentale, nel salvare la vita a qualcuno, il grosso del lavoro e della riconoscenza va a chi ha permesso tutto ciò, quindi medici e ricercatori”. Nei giorni scorsi, per questo gesto, Marco è stato anche premiato dalla Figc Veneto, insieme a Fabio Caramel (di cui abbiamo raccontato la storia). Un gesto semplice e indolore per il donatore:”Contrariamente al luogo comune, la donazione di midollo é una cosa semplicissima e assolutamente non debilitante fisicamente per noi donatori. Avviene in aferesi, la procedura ha una durata di quattro orette circa in cui si é distesi in un letto e in cui si può dormire, guardare la tv o fare quello che si preferisce. Non é, come da credenza diffusa, l’aspirazione del midollo spinale, é la stessa identica cosa della donazione di sangue o di plasma, solamente un po più lunga. Noi donatori non siamo assolutamente degli eroi, abbiamo solo avuto la voglia di informarci in modo da scoprire che con una cosa così semplice si può contribuire a salvare una vita. Non sono niente di più di tutti gli altri che si sono tipizzati”. Infine Marco lancia un appello:”Vorrei che fosse risaltato il fatto che é una cosa semplicissima, che non comporta nessuna debilitazione, in modo che si iscriva tanta altra gente per poter fronteggiare la domanda che é ancora molto superiore alla disponibilità in quanto é necessaria una compatibilità almeno del 98% tra donatore e ricevente. Donando hai la possibilità di contribuire a salvare un’altra vita umana mettendo un piccolo ma fondamentale tassello nelle mani dei ricercatori e dei medici”.

Fonte foto Paolo Benvenuto, profilo Facebook di Marco Giacomini

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