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LA SCONFITTA DELL’ITALIA E’ DOVUTA ALL’ERRATA IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA CALCIO ITALIANO?

Ogni anno che la nostra Nazionale deve disputare un incontro di qualificazione nel mese di settembre viene sempre difesa dai cronisti e dalla stampa perché, a loro dire, i nostri sono in fase di preparazione e non hanno molte partite nelle gambe.
Noi pensiamo, invece, che il sistema calcio italiano sia del tutto obsoleto a partire dalla “scuola di base”.
Nelle scuole calcio non si lavora sui singoli ma sul successo del proprio gruppo senza pensare al miglioramento tecnico e pian piano tattico del ragazzo. Ormai lo schema più utilizzato da molti istruttori che si reputano vincenti è il famoso “palla fai tu” uno schema che darà risultati nel breve periodo ma che rapportati ai risultati ottenuti dalla nostra nazionale sono disastrosi.
Per non aggiungere la corsa agli stranieri che ormai era, ed è, di moda nel nostro campionato. Gli stranieri sono già pronti per giocare in campionato perché le società estere danno molto spazio e dedicano la giusta attenzione alla loro crescita facendoli esordire in prima squadra.
Fermo restando che pensiamo che la nostra penisola è piena di talenti che però, a nostro avviso, vengono gestiti male. Ecco che l’abbandono di giovani talenti in Italia è altissimo (ecco uno dei casi che abbiamo trattato in passato)

ANCORA UN GIOVANE CHE LASCIA IL CALCIO TROPPO PRESTO: LA STORIA DI FILIPPO CARDELLI

Innanzitutto mi preme riportare un discorso fatto pochi giorni fa con un allenatore del settore giovanile di una squadra professionistica. Alla mia specifica domanda com’è il materiale umano che ti hanno messo a disposizione? La sua risposta è stata: “Ho un gruppo tecnicamente valido, interessante, ma devo lavorare molto su alcuni aspetti come la coordinazione e il loro modo di stare in campo. Nelle scuole calcio non hanno imparato nulla di tutto ciò”.
La cosa che più ci spaventa in questa risposta è stata la prima: “mancanza di coordinazione”. Nelle scuole calcio non ci sono istruttori validi per migliorare la scarsa coordinazione dei loro piccoli atleti? Oppure diventa un aspetto secondario già dai primi calci?
Dopo esserci posto questi primi interrogativi passiamo a tentare di dare una risposta a quello che ogni settembre ci tocca sentire durante le telecronache della Nazionale.
Per rispondere ai colleghi giornalisti prendiamo in considerazione il pensiero di Paco Seirulo, preparatore atletico spagnolo che ha lavorato con Guardiola. Seirulo spiega le sue idee sull’argomento: “Sono, per me, tre questioni chiave. La preparazione estiva è la più importante. Credo che sia impossibile, che in un mese di lavoro si possa dare energie per mezza stagione. E’ Impossibile. I preparatori devono capire che si è data troppa importanza alla preparazione estiva. Fare doppio allenamenti e tripla per due settimane non è un bene per i giocatori. Tutto questo porta gli atleti a un super lavoro che procura solo stanchezza e che pagheranno nelle prime 5 partite. Per me la cosa giusta è quello di preparare solo la prima partita. Esclusivamente. E poi la seconda e così via. Non si può fare una preparazione di due settimane senza pallone è dannosa e non è utile”.
Aiuto, ora attirerò le ire funeste di tutti i preparatori italiani contro il nostro magazine, ma noi speriamo che possa essere un punto per riflettere e riorganizzare il sistema calcio in Italia.

FONTE FOTO FIGC

PACO SEIRULO, PREPARATORE DEL BARCELLONA DI GUARDIOLA E DELLA SPAGNA, DICE LA SUA SULLA PREPARAZIONE E SUL RISCALDAMENTO

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).