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Offside/Andres e Pablo Escobar: calcio e droga, due vite parallele

Calcio e criminalità organizzata, Mondiali di calcio 1994 negli Usa e narcotraffico. Lo stesso cognome, Escobar, e due vite parallele che si concludono con un tragico epilogo simile. “The two Escobars” è un film-documentario di Jeff e Michael Zimbalist, proiettato ieri nella seconda giornata di OffSide, che racconta l’ascesa e caduta negli inferi del calcio nella Colombia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. Pablo era il più potente boss della droga al mondo che aveva in mano il cartello di Medellin. Andres, invece, era la stella nascente del calcio in Colombia, un paese in preda ad una violenta guerra civile. I due non erano imparentati ma erano accomunati dalla passione per il calcio. Con i soldi della droga, Pablo era riuscito ad entrare nel business del calcio acquistando il National e riuscendo a trattenere i migliori talenti colombiani. Questo favorì la crescita del movimento calcistico fino al boom della nazionale che si presentava ai nastri di partenza di USA 1994 come una delle favorite. Era la nazionale di Asprilla, Higuita, Rincon, allenata da Francisco Maturana. In quella competizione, però, Andres, già promesso sposo al Milan di Sacchi, si rese autore di un autogol proprio contro i padroni di casa, che sancì l’eliminazione della Colombia. Ritenuto in qualche modo colpevole dell’eliminazione, al rientro in patria il ventisettenne fu ucciso nella notte del 2 luglio 1994, all’uscita da un bar, per mano dei Pepes (organizzazione paramilitare). L’anno prima, il 2 dicembre 1993, anche il re della cocaina fu ucciso dopo un conflitto a fuoco con la polizia nazionale. Andres e Pablo protagonisti, ma con ruoli e caratteri diversi: il primo, un timido e gentiluomo del calcio, l’altro, uno spietato fuorilegge. Con solo due cose in comune: la passione per il calcio e il cognome.

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