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UN GESTO DI FAIR PLAY CHE NASCE DALLA SANA CULTURA DELLO SPORT. LA STORIA DI MISTER SQUATRITO

Un gesto nobile, un gesto da uomo di sport vero, che vuole inculcare lealtà sportiva mettendo in pratica quello che è lo spirito della competizione leale nel rispetto dell’avversario.
Ma procediamo per gradi. La Partita:
Si gioca un derby tra Pro Falcone e Furnari Portorosa, due formazioni di due paesini, in provincia di Messina, separati da neanche 5 km che sono iscritte nel girone C di Prima Categoria siciliana.
A volte queste partite sono sentite e non è facile mantenere i nervi saldi e dare il buon esempio.
La posta in palio non sono solo i tre punti, ma a volte ci passa di mezzo l’onore e la difesa di un paese intero. Alcuni per raggiungere questo scopo utilizzano anche sotterfugi, provocazioni e quanto di meglio si può ottenere da qualche elemento che non conosce le regole corrette di comportamento in campo.
La partita è combattuta, si lotta su ogni pallone, nessuno vuole lasciare nulla all’avversario. Bisogna mettere alle corde il proprio “nemico” in tutti i novanta minuti. I padroni di casa vanno in vantaggio, ma all’80’ minuto….
Angelo Siracusa, attaccante del Furnari, cade nella trappola “organizzata” dal furbo avversario e lo colpisce con una leggera testata al volto. L’arbitro non vede. L’episodio porta a proteste che il direttore di gara fatica a contenere. Le proteste del Pro Falcone sono incalzanti.
Ma qui scatta la lealtà e l’educatore-allenatore. Nella sua mente entrano i concetti base dello sport. Il tecnico del Furnari Monterosa, Pippo Squatrito, entra in campo, prende di petto il suo giocatore e lo allontana dal campo. Non gli interessa che la sua squadra abbia esaurito i cambi, non pensa che non può sostituire il ragazzo, pensa solo che quel gesto non gli è piaciuto e che merita di andare a fare la doccia anticipata.
Sugli spalti scatta l’ovazione immediata per l’allenatore ospite che, però, viene espulso dall’arbitro per invasione di campo. Il Fornari chiude volontariamente in 10 contro 11, perde la sfida, ma vince la partita più importante della scorsa domenica, quella del rispetto delle regole e dell’avversario (che però, per onor di cronaca, non è stato per niente leale nel provocare Angelo Siracusa).
LE CONSIDERAZIONI DI MISTER PIPPO:
“Secondo me, in primis, dobbiamo essere noi a insegnare i veri valori sportivi incominciando dalle scuole calcio, dove tantissimi colleghi pensano solo a vincere mettendo da parte quel che si deve saper e la cultura della sconfitta. Infine, oltre a fare dei corsi di aggiornamento per gli allenatori, io proporrei di farne anche per i dirigenti che, in tante situazioni, sono proprio loro ad alimentare la violenza.
È stato un gesto istintiva, sapevo già che avevo fatto le tre sostituzioni e di non poterlo sostituire, ho deciso di entrare in campo senza chiedere permesso e, così, ho invitato il mio atleta di andarsi a fare la doccia. E’ stato veramente brutto vedere un tuo giocatore comportarsi in quel modo. Da permettere che il calciatore è un ottimo ragazzo, non so come sia caduto nella trappola della provocazione.

Dopo la partita non ha potuto parlare con i suoi atleti perché: “A fine gara, purtroppo, eravamo impegnati a portare due nostri calciatori all’ospedale, uno si è rotto la clavicola e l’altro il ginocchio. Ne abbiamo parlato ieri, dove sono stati prese dei provvedimenti nei confronti dell’atleta. Dimenticavo l’arbitro, onestamente, si è comportato bene e a fine gara, si è scusato, purtroppo doveva applicare il regolamento, e io l’ho accettato senza fare polemiche”.

Pippo Squatrito

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).