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Lo sport è la culla del sorriso. Intervista a Giulia Saba ed Elisabetta Bisegna

Quando incontri due ragazze come loro pensi che la vita sia qualcosa di meraviglioso e l’apprezzi in modo incredibile.
Due stori parallele, quella di Giulia Saba ed Elisabetta Bisegna, entrambe nazionali di basket in carrozzina, entrambe “vive” grazie allo sport e all’amicizia che circonda questo mondo.
“Mi sono seduta e da quel momento non sono più riuscita a stare in piedi”.
Resto a bocca aperta.
Lei sorride e continua: “Si! ancora non hanno capito cosa mi sia successo”. Giulia Saba rompe il ghiaccio e resto senza parole: “Avevo nove anni ed ancora adesso sia patologia che causa sono ancora sconosciute”.
Poi incontra il mini basket: “mi sono innamorata al primo canestro e, nonostante, non sia stato facile, sono arrivata fino alla convocazione in Nazionale”.
“Lo sport è stata la mia salvezza. Anche perchè a 9 anni uscire dall’Ospedale in carrozzina ti senti l’unica bambina in quelle condizioni. La palestra è stata la mia seconda casa. E poi le amicizie”.
“Non ci conosciamo da tantissimo, lei è arrivata “mò” (ride e scherza con Elisabetta) dal raduno di dicembre ma c’è stato subito feeling”.
Di Elisabetta, Giulia dice: “che deve essere più cattiva in campo. Lei è alta e questo è un vantaggio per noi e sotto canestro fa la differenza”.
Elisabetta Bisegna, invece, ha avuto la polio da vaccino quando aveva due anni e mezzo e da piccola si è avvicinata al nuoto: “Quando sono arrivata a poter affrontare gare agonistiche la società mi ha quasi esclusa. Per caso mi hanno proposto il mini basket. Ed io candidamente gli ho risposto che mi piaceva il nuoto”.
Poi la curiosità e la possibilità di potersi confrontare a livello agonistico gli ha fatto cambiare idea: “sono andata a provare ed è stato amore a prima vista”.
La cosa più bella del basket?
“Si fanno un sacco di amicizie e poi ho il piacere di poter ridere a crepapelle con la simpaticissima Giulia”.
Ora le due amiche di vita e della Nazionale si stanno divertendo al Candido Junior Camp OSO che si sta svolgendo a Pontecagnano (SA) cercando di trasferire la loro allegria anche a chi, per la prima volta, affronta una tre giorni senza l’ausilio dell’angelo custode.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).