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Ad Olympia Extreme (Radio24) Damiano Lenzi, re dell’Alpinismo

Prosegue il viaggio di Olympia Extreme tra gli sport estremi, tra avventure mozzafiato e emozioni uniche. Dopo la ‘sirena’ Ilaria Molinari e lo speleo-sub Giulio Venditti, ospite della terza puntata del programma in onda su Radio24 è Damiano Lenzi, vero e proprio top player dello sci alpinismo internazionale. “Prendete la fatica dello sci di fondo, metteteci l’esplosività delle discese dello sci alpino, aggiungeteci un pizzico, anzi molto di più, di pendenze e pareti da scalare, mescolate tutto al meglio e avrete almeno un’idea della disciplina di cui parliamo oggi”, così la presentazione di Dario Ricci, conduttore della trasmissione insieme a Daniele Nardi, alpinista ed esploratore. “Mio padre, quando ero bambino, ad un certo punto mi ha messo un paio di sci a piedi e mi ha lanciato giù su una pista”, racconta Nardi, “quando sono arrivato a valle mi sono subito innamorato dello sci alpino che è diverso dallo sci alpinismo che è esplorazione e desiderio di avvicinarti sempre di più alle pareti di meravigliose montagne”.

Classe 1987, di Domodossola, Damiano Lenzi è campione del Mondo in carica, vincitore del Trofeo Mezzalama 2013, 2015 e 2017 ed è entrato da poco nel team della Dynafit: “Lo sci alpinismo, come disciplina classica, consiste nello scalare le montagne con gli sci a piedi con l’ausilio delle pelli di foca che sono delle strisce sintetiche che si possono attaccare e staccare sotto gli sci”, spiega l’atleta piemontese, “una volta arrivati in vetta queste pelli si staccano e possiamo goderci la discesa, calcolando ovviamente i rischi e le insidie dell’ambiente”. Nato in una valle che porta alla parete est del Monte Rosa, la sua passione nasce naturalmente: “Ho iniziato con gli sci da fondo con mio padre che era allenatore dello sci club del paese, ho fatto la trafila nelle squadre nazionali giovanili e poi sono passato a questo sport, molto impegnativo, che fino all’età adolescenziale non lo si può praticare, soprattutto a livello agonistico”. Intorno a quindici anni Lenzi si lancia, è il caso di dire, in questa nuova disciplina, che racchiude in sé una dimensione di avventura e di esplorazione: “All’inizio per me era un gioco, quando avevo un po’ di tempo, mettevo su le pelli di foca e raggiungevo dei luoghi in cui non c’ero mai stato. Mi piaceva andare alla scoperta dell’ambiente, è proprio questo il fascino dello sci alpinismo”.

A livello agonistico l’Italia è ai vertici mondiali, seguita a ruota da Francia e Svizzera, ossia le nazioni vicine alle Alpi. Ma è uno sport che si sta diffondendo anche sulle vette degli Appennini, che presentano scenari e percorsi stuzzicanti, come conferma Daniele Nardi: “Lo sci alpinismo nel centro-sud Italia sta prendendo piede, grazie anche ad una neve fresca e a dei percorsi in salita in cui ti godi la natura, il silenzio e la solitudine e poi scendi attraverso pendii straordinari”. Damiano Lenzi si definisce “abbastanza completo, anche se non preferisce le gare sprint”, quindi uno sci alpinista dalla grande distanza che richiede una certa preparazione psico-fisica: “La preparazione è soggettiva, c’è chi preferisce correre, chi invece preferisce pedalare. In estate si fa una preparazione di base, mentre nel periodo autunnale si fanno anche sedute di palestra per rafforzare i muscoli in vista delle discese, mentre per quanto riguarda la tecnicità la si perfeziona andando in montagna. L’aspetto mentale lo si forma nel corso degli anni, affrontando le varie situazioni da cui si impara sempre qualcosa di nuovo”.

Chi pratica sport estremi deve confrontarsi con un’altra emozione, la paura. Ecco il Lenzi-pensiero: “Se arrivi ad aver paura vuol dire che è stato sbagliato qualcosa all’inizio e in montagna non si scherza. Grazie al cielo, fino ad oggi, grosse paure non ne ho incontrato. Si possono incontrare gli stessi rischi di chi va in auto, la vita è fatta di pericoli e, ovviamente, anche in montagna questi ci sono ma io cerco sempre di prevenirli o di evitarli. Lo sci alpinismo non è uno sport pericoloso, bisogna però fare attenzioni al pendio o al manto nevoso per non incorrere in situazioni di pericolo”. Sulla stessa lunga d’onda anche la conclusone di Daniele Nardi: “e’ importante ricordare che, anziché avere paura, è necessario prepararsi bene, avere rispetto della montagna e controllare tutto ciò che è necessario per avere un confronto sano con l’ambiente”.

Fonte foto: pagina FB di Damiano Lenzi

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