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Alice Piffer: portiere, pivot e … il suo sogno nel cassetto

Alice Piffer, ieri portiere, oggi pivot della formazione di A2 di Pallamano della Leonessa Brescia.
La sua metamorfosi incuriosisce, soprattutto perchè lo scorso anno fu definita una dei portieri migliori in Italia e lo dimostrò, in modo particolare durante le finali di Coppa Italia quando, la sua squadra, da outsider arrivò a giocarsi la finale, poi persa, contro la Jomi Salerno.
“La Coppa Italia dell’anno scorso ha rappresentato, sicuramente, il momento più bello della stagione e, credo, che nessuna di noi dimenticherà la gioia e le emozioni di quei tre giorni. Siamo partite con gli sfavori del pronostico ma fin da subito abbiamo messo in campo grinta, determinazione e tanto cuore. E’ questo mix che ci ha permesso di raggiungere la prima storica finale per la Leonessa Brescia”.
E’ proprio l’ex portiere, a raccontarci la sua storia e le sue emozioni.
L’amore tra Alice e la pallamano nasce, praticamente, tra i banchi di scuola: “La passione per la pallamano è nata alle scuole elementari. Lorenza, la mia prima allenatrice, aveva portato la pallamano nel mio paese ed io mi ero iscritta ai corsi pomeridiani con le mie amiche. È stato amore a prima vista e da allora non ho più potuto farne a meno”.
Ma lei aveva un’attrazione particolare, infatti: “Il richiamo della porta è stato immediato. Mi piaceva soprattutto lanciare i contropiedi e parare i tiri bassi in spaccata. Ma, il momento in cui ho capito di voler diventare un vero portiere è stato quando ho visto Verena Wolf parare due rigori in una partita dei mondiali a Trento nel 2001”.
Ritorniamo alla fine della scorsa stagione, dove la società del Brescia decise di non volersi iscrivere in A1.
Una spada ha trafitto il cuore di tante di loro. Qualcuna ha deciso di continuare in A1, altre, come la Piffer, invece: “Non è stato facile decidere cosa fare dopo la notizia della rinuncia alla serie A. Avrei potuto continuare a difendere i pali nel massimo campionato ma alla fine ho scelto di rimanere a Brescia e di continuare a giocare con la mia seconda famiglia e di farlo, questa volta, fuori dall’area dei 6 metri”.
Una scelta non di poco conto: “Ho sentito forte il richiamo del campo, In realtà l’ho sempre sentito: correre, conquistare la palla, fare gol sono cose di cui ho sentito spesso la mancanza in porta”.
Anche se quest’ultima affermazione per lei non è proprio vera, infatti, (leggi articolo) lo scorso anno ne segnò uno proprio a Salerno: “E’ vero!”, risponde candidamente, “I gol da porta a porta sono sempre un po’ speciali per il portiere, perché difficili da realizzare e sicuramente meno frequenti rispetto a quelli dei giocatori di campo”.
Ora, Brescia è in corsa per provare a risalire in massima serie ma, giustamente, la Piffer non è certa di quello che succederà da oggi fino a fine stagione: “Non so cosa mi riserverà il futuro, per ora mi godo le belle vittorie con le mie Leonesse e la “leggerezza” che mi sta regalando il mio nuovo ruolo”.
I suoi sogni nel cassetto: “Il mio sogno nel cassetto per questa stagione sportiva è quello di tutte le mie compagne di squadra: arrivare ai play-off e dare il massimo per riconquistare l’A1”.
Invece, il suo vero sogno: “Il mio sogno nel cassetto è, una volta smesso di giocare a pallamano, di trovare un lavoro che mi permetta di avere un paio di mesi liberi all’anno per viaggiare e conoscere luoghi e culture diverse. Questa è la mia altra grande passione”.

La foto di copertina è di Gabriele Mafezzoni

Il portiere Piffer piange dopo aver segnato un gol dalla sua porta

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).