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“Alleno con allegria e passione per una corretta crescita dei bambini”

Per far felice un bambino basta un pallone e un maestro che si ricordi di essere stato un bambino”. Parole di Francesco Buttitta, 27enne allenatore-educatore siciliano, che da otto anni si occupa di formazione nelle scuole calcio. Attualmente allena i bambini del Bagheria Città delle Ville e collabora con la Cavera Academy, una scuola di perfezionamento tecnico per portieri e per giocatori in Belgio. “Ho iniziato quasi per gioco, così per passatempo e poi con il tempo è diventato sempre più che un semplice passatempo. Ricordo ancora il mio primo anno, Iniziai nella parrocchia vicino casa. Avevo poco più di 20 anni. Eppure sentivo che quella era la mia strada. In questi 8 anni ne ho visti di tutti i colori. Sono passato da una parrocchia a fare esperienze in Belgio, ho seguito corsi con grandi formatori come Massimo De Paoli, ideatore del “metodo castello”, Ivan Zauli, maestro di tecnica e fondatore della strada dei campioni e Stefano Bonaccorso responsabile dell’attività di base dell’Atalanta. Ma rimango dell’idea che bisogna sempre continuare a studiare”. 

Passione e allegria sono le sue caratteristiche principali, che cerca di trasferire ai bambini: “Per me allenare è tutto. Starei dalla mattina alla sera in campo ad allenare. Cerco di portare ogni giorno in campo tutta la mia passione e la mia allegria. A volte non è facile. Nel senso che per tutti capita la giornata storta nella vita privata. In campo sono a mio agio, mi dimentico di tutti i problemi e con la gioia che mi trasmettono i bambini è impossibile essere tristi in campo”. 

Francesco Buttitta ha le idee chiare sul ruolo che oggi deve avere l’allenatore, soprattutto nelle squadre giovanili: “Premetto che io non mi definisco un allenatore ma un educatore. Un educatore trasmette valori a 360 gradi. Forma, costruisce partendo dalle basi, fa vivere il calcio in maniera serena ai bambini e ai genitori senza pressioni del risultato e senza pressioni se non si vincono le partite. Ogni bambino che arriva a noi educatori arriva con un valore, il nostro compito è quello di formare il calciatore e di accrescere il suo bagaglio tecnico e motorio giorno dopo giorno e con il giusto tempo. Bisogna inoltre pensare che bisogna formare anche l’uomo del futuro attraverso i giusti valori. E questo significa esserci realmente. Sbagliare aiuta a crescere”.

L’allenatore-educatore è chiamato anche a gestire i rapporti con i genitori: “Sono contrario a chi dice che i genitori siano un peso. I genitori sono delle risorse. È facile per un genitore scambiare il calcio dei bambini per quello dei grandi, credo che così come per la scuola il genitore ricopre una parte importante nella crescita del bambino. Vanno educati al tifo attraverso il loro coinvolgimento. Altrimenti è un attimo che te li ritrovi ad urlare e sbraitare attaccati alla rete e dispensando, magari, anche consigli tecnici”.

Uno sguardo generale al calcio giovanile, ecco cosa cambierebbe il 27enne Buttitta: “Mi piacerebbe avere un calcio più pulito e di pari opportunità per tutti i bambini, senza privilegi e senza raccomandazioni. Vorrei una federazione più presente e più organizzata nella tutela dei bambini. Vorrei non vedere le classifiche e i risultati esposti in bella mostra sui social. Vorrei che si pensasse di più a formare per il bene del ragazzo e non solo vedendo il ragazzo come una banconota con le scarpe da calcio e fonte di pubblicità”.

Foto inviata da Francesco Buttitta

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