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ANTONELLA CARTA, LA NUMERO 10 DEL CALCIO FEMMINILE ITALIANO: “DOPO 20 ANNI DALL’ULTIMO MONDIALE E’ IL MOMENTO DEL CALCIO IN ROSA”

Si sentiva più Baggio o… “Mi sentivo Antonella Carta“. Una punizione calciata nell’incrocio, già alla prima domanda, come il suo gol più bello: “Si! Il mio gol più bello quello segnato alla Germania nell’Europeo in Norvegia nel 1997” (clicca per rivederlo).
Antonella Carta, la numero 10 del calcio pioneristico femminile italiano, le che con Carolina Morace sono riuscite ad attirare l’attenzione dei media sulla Nazionale e sul movimento femminile italiano: “Oltre a me e Carolina ne cito altre perchè sono state grandi giocatrici anche Betti Vignotto, Ferraguzzi, Marsiletti, se penso a questo gruppo dico con serenità che abbiamo fatto da traino per il movimento femminile in Italia”.

Dai tuoi tempi ad oggi il calcio femminile è cambiato notevolmente e sotto tutti i punti di vista cosa ne pensa una campionessa come lei?

“Penso che questo cambiamento sia dovuto dal fatto che la Figc finalmente si sta rendendo conto che il calcio femminile deve avere gli spazi giusti per poterlo lanciare. E’ arrivato il suo momento. Dopo quasi 20 anni dall’ultimo mondiale disputato, alla qualificazione attuale, non vedo il motivo del perchè non dare spazio al nostro movimento. Infine, ritengo, che le squadre affiliate alle società prestigiose maschili possa far si che l’interesse dei tifosi possa aumentare esponenzialmente”.

Il ricordo più simpatico?

“Siamo a Malmö, in Svezia, feci un goal di tacco su calcio d’angolo e il mister disse che “c…o” stai a fa’, mentre io festeggiavo e correvo esultando verso la panchina. In realtà l’esclamazione nasce del fatto che lui non si era reso conto del mio gol! (Ride di gusto)”

Il risultato che le ha dato più gioie in assoluto?

“E’ stato quando segnai il goal su rigore a Cagliari, nella mia amata terra, contro la Svizzera e ci qualificammo ai Mondiali in America”.

La delusione più cocente?

“Aver dovuto, per un infortunio al polpaccio rinunciare al Mondiale in Cina. Avevo 25 anni”

L’emozione più forte che ha mai avuto?

“Quella che le racconto mi ha lasciato veramente senza fiato. Anzi, mi tremavano le gambe e il cuore andava a mille. Poi tocco le sue mani e dissi ho toccato Papa Wojtila”

In sintesi cosa non gli è piaciuto del calcio femminile?

“Essere considerata l’ultima ruota del carro. Quando ci sono le vittorie arrivano i guadagni e ci sono interessi intorno al movimento. Poi, quando si perde tutti spariscono”.

Il suo sogno?

“Semplicemente, poter far parte della Federazione”

Foto profilo Facebook di Antonella Carta

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).