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Aspettando le Olimpiadi – Saint Louis 1904, “Chi gioca perde sempre”

Chi gioca perde sempre“: questa frase di Charlie Firpo, personaggio interpretato dal compianto Bud Spencer nel film Pari e dispari, calza a pennello per uno degli aneddoti legati ai Giochi della III Olimpiade, tenutisi a Saint Louis, negli Stati Uniti, nel 1904.

La terza edizione dei Giochi Olimpici si tenne nella città americana di Saint Louis in contemporanea, come quattro anni prima a Parigi, con l’esposizione universale. I dati ufficiali riferiscono che il tutto iniziò il 1 luglio e si chiuse il 23 novembre. Purtroppo, nel corso di questa Olimpiade andò in scena una cosa della quale, venutolo a sapere, il barone Pierre de Coubertin si vergognò molto, in quanto – secondo la storiografia ufficiale – fu una esibizione alla quale non aveva dato il suo assenso.

FREAKS? ASSOLUTAMENTE NO – Negli anni Trenta, quindi quasi tre decenni dopo, precisamente nel 1932, il regista Tod Browning avrebbe girato un film che è diventato un classico della storia del cinema, Freaks. La pellicola racconta le vicende di un circo nel quale si esibiscono anche “fenomeni da baraccone“, considerati “diversi” dalla gente “normale“. Il titolo del film sta appunto per la parola italiana “mostri“.

Al di là della trama della pellicola, qualcosa di simile andò purtroppo in scena nell’edizione del 1904 dei Giochi Olimpici. Ci furono infatti le Giornate antropologiche, così definite perché nel corso delle stesse vennero organizzate gare riservate (termine eufemistico) a razze considerate diverse (pigmei, indiani d’America, abitanti della Patagonia, asiatici et c.) per verificare quanto teorizzato sino a quel momento dall’antropologia a proposito delle capacità atletiche o meno delle persone in questione. I risultati furono disastrosi, ma in effetti si trattava di persone spesso malnutrite, spaurite ed esposte al pubblico scherno: una vergognosa pagina che nulla ha a che vedere con lo sport.

IL POSTINO DI CUBA – Per fortuna, i Giochi Olimpici di Saint Louis hanno consegnato alla storia anche qualche storia simpatica. È appunto il caso di Felix Carvajal, cubano, di mestiere postino, che gareggiò nella maratona.

Per poter raggiungere la città di Saint Louis Carvajal (all’epoca delle Olimpiadi 29enne) si esibì sull’isola di Cuba per racimolare il denaro necessario a raggiungere la sede delle Olimpiadi.

DAI GIOCHI AL GIOCO – Peccato, però, che sul suo cammino (anzi, sulla sua corsa, dato che avrebbe gareggiato nella maratona) Carvajal si sia imbattuto, all’epoca, in una bisca clandestina a New Orleans, in Louisiana. Secondo la storiografia ufficiale il postino cubano perse tutto al gioco e dovette sudare sette camicie per poter poi partecipare comunque ai Giochi.

CHI GIOCA PERDE SEMPRE – Proprio come dice il su citato Charlie Firpo, Chi gioca perde sempre” (minuto 4′ 01″): è proprio quello che accadde a Carvajal. Il quale dovette raggiungere Saint Louis in autostop. Tutto finito? Macché. Il postino di Cuba indossava scarpe pesanti, pantaloni lunghi e una maglietta al ginocchio. Secondo quanto tramandatoci, fu il lanciatore statunitense Martin Sheridan a dargli una mano, tagliandogli i pantaloni affinché potesse correre.

UNA MELA AL GIORNO… MA QUATTRO (ACERBE) NO – Il noto proverbio non valse per il simpatico e tragicomico Carvajal, il quale – durante la maratona – pare abbia mangiato delle mele, quattro per la precisione e per di più acerbe. A causa quindi di un malore causato da tale spuntino il maratoneta dovette rallentare la sua corsa ma giunse comunque quarto al traguardo.

ORIGINI… PARTENOPEE – Secondo alcune fonti, Carvajal sarebbe giunto in Italia un paio di anni dopo, rilasciando una intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale avrebbe affermato che aveva origini partenopee.

UN CANE AI GIOCHI OLIMPICI – La maratona di Saint Louis 1904 fu una delle più grottesche, se non la più grottesca in assoluto probabilmente. Oltre alla simpatica storia di Carvajal, tra i vari aneddoti c’è anche quello relativo all’atleta del Sud Africa Len Tau, che secondo quanto si apprende venne rincorso per alcuni km da un cane e nonostante (o grazie, chi lo sa) a questo inconveniente chiuse al nono posto.

IL PRIMO ATLETA PARAOLIMPICO – Fu George Eyser, atleta statunitense di origine tedesche, il primo atleta paraolimpico della storia dei Giochi. Aveva una gamba di legno in quanto un arto inferiore gli fu amputato dopo che fu investito da un tram. Ai Giochi di Saint Louis del 1904 vinse sei medaglie: tre ori, due argenti e un bronzo.

IL MEDAGLIERE – Per ovvie ragioni geografiche gli atleti “provenienti” dagli Stati Uniti furono la maggior parte. Per gli americani 239 medaglie (78-82-79); al secondo posto la Germania (4-4-5, 13 medaglie), al terzo posto Cuba (4-2-3, 9 medaglie). Nessuna medaglia per l’Italia, che non prese parte ai Giochi della III Olimpiade. Tuttavia, dopo anni si scoprì che il ciclista Frank Bizzoni, americano, era di origini italiane. Non vinse, comunque, alcuna medaglia.

BACK TO… EUROPE – La quarta edizione dei Giochi Olimpici si sarebbe disputata nuovamente nel Vecchio Continente, precisamente a Londra.

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