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Costantino: “Serata da brividi, è davvero il bello dello sport”

Se il calcio dei grandi spesso lascia in eredità messaggi negativi e diseducativi, a livello dilettantistico ci sono tanti allenatori che, pur lavorando dietro le quinte lontani dalle luci dei riflettori, convivono con una serie enorme di responsabilità; a loro tocca formare i giovani del futuro non solo dal punto di vista calcistico, ma anche e soprattutto sul piano umano. Non basta insegnare la diagonale, lo schema o la fase difensiva: bisogna seguire costantemente gli atleti in un momento delicato della loro crescita senza mai dimenticare che il calcio è soprattutto un gioco e che un allenatore bravo non si limita alle disquisizioni tattiche, ma deve mettere a disposizione del gruppo le sue doti umane e caratteriali. Anche per questo Dario Costantino ha deciso di prendere parte alla serata organizzata ieri dalla redazione del BellodelloSport, occasione unica per apprendere ascoltando le storie di chi è meno fortunato di noi, ma ha tanto da dire ed insegnare. Ai nostri microfoni l’attuale tecnico del Buccino (subentrato dopo la prima giornata e autore sin qui di un campionato strepitoso) ha commentato così le due ore trascorse al Gran Hotel in un clima di grandissimo calore umano e coinvolgimento emotivo: “Sono felice di prendere parte a questa kermesse per il secondo anno di fila. Sono sempre più consapevole che i risultati sportivi vengono in secondo piano quando abbiamo la possibilità di ascoltare storie così belle e particolari. L’avventura della Nazionale italiana sorde mi ha aperto il cuore: stiamo parlando di un gruppo di ragazze partite da zero e che hanno rischiato, dopo mille sacrifici, di non partecipare ai mondiali americani per motivi economici. Il loro terzo posto vale quanto una vittoria. Torno a casa decisamente più arricchito e non nego che spesso provo ad inculcare ai miei ragazzi quei valori di cui si è parlato tanto: rispetto per l’avversario, per la società che ci dà la possibilità di scendere in campo, per la maglia che indossiamo, per la città che rappresentiamo e per il pubblico che ci segue. Ci sono giovani che a volte possono rammaricarsi se per un periodo di tempo non vengono presi in considerazione dall’allenatore: è lì che devono imparare a non mollare, ad inseguire ancora i loro sogni, a capire che allenarsi con professionalità e sacrificio alla lunga porterà i frutti sperati”.

Inevitabile una battuta sul campionato disputato sin qui dalla sua squadra: “Abbiamo battuto il Sei Casali che era primo in classifica disputando la classica partita perfetta. La mia mentalità, però, non è cambiata: è fondamentale ragionare gara dopo gara senza montarsi la testa o pensare di essere diventati imbattibili. Le storie che abbiamo ascoltato ieri sera insegnano che sacrificio, lavoro e sudore sono le uniche armi per vincere e non bastano le qualità tecniche o fisiche. Incarnando lo spirito dei vostri ospiti potremo andare lontano. Non so come finirà il nostro campionato, ma questi calciatori meritano un plauso incondizionato per le emozioni che ci stanno regalando”.

Articolo a cura di Corrado Barbarisi e Gaetano Ferraiuolo

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