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Due talenti sul tetto del mondo: la storia di Michela Castoldi e Davide Donati

VIMERCATE – Vincere nello sport non è mai facile, anche se si tratta di uno sport considerato “minore”. Ancora più difficile è salire sul tetto del mondo battendo nazionali molto quotate come Russia, Cina, Romania, Ungheria. Ne sanno qualcosa Davide Donati e Michela Castoldi che un paio di settimane fa sono riusciti a confermarsi campioni del mondo di ginnastica aerobica a Guimaraes, in Portogallo. Dopo il successo di due anni fa in Corea del Sud, la coppia è riuscita ad ottenere il punteggio di 22.500, precedendo le coppie rumena e ungherese. Per chi non conosce ancora questo sport, la ginnastica aerobica è una disciplina sportiva entrata di recente nell’ambito di quelle riconosciute dalle federazioni sportive di ginnastica e consiste nel fare una coreografia, con elementi obbligatori e a scelta, sulla pedana (tavola in legno molleggiante) con la musica.

 

Davide e Michela in pedana ai tempi dei Junior

Il successo dei due “enfants prodiges”, lui classe 1994, lei classe 1995, parte da lontano, da quando entrambi, ancora ragazzini, si affacciano a questo sport, come ci confidano ai nostri microfoni. “Da piccolo ho iniziato a fare nuoto poi ho iniziato a fare ginnastica aerobica in una palestra di Vimercate”, esordisce Davide che poi continua:”Nel 2009, con il trasferimento della palestra vicino a Bellusco, anche noi ci siamo spostati li. In nazionale siamo entrati nel 2007, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, ed insieme abbiamo subito iniziato a gareggiare in coppia. L’esordio è stato agli europei  junior, dove ci siamo classificati come quarti. E poi da lì abbiamo sempre gareggiato insieme, oltre a fare anche altre categorie”. Una coppia che si forma da quando entrambi erano ai primi passi:”Sono stati gli allenatori a decidere, noi eravamo piccoli, avevamo 11/12 anni e quindi non avevamo possibilità di scelta”, sottolinea Michela che già da piccola era “un talento naturale”, afferma Davide,  “Io sono partito allenandomi bene ma non ero un fuoriclasse, poi pian piano sono cresciuto, sono migliorato e con l’ingresso in nazionale ho fatto il salto di qualità. Lei invece è partita già brava ed è sempre stata brava, un talento puro già da ragazzina”. Non c’è vittoria senza sacrifici: allenamenti duri, normalmente tre ore al giorno “ma in vista delle gare facciamo anche doppi allenamenti al giorno. Dai 6 agli 8 allenamenti a settimana”, tra le palestre di Legnano e Camuzzago, vicino Bellusco.

Non solo sport, ma anche studio. Entrambi sono studenti universitari. Davide è impegnato nel percorso magistrale in Scienze Motorie, mentre Michela studia psicologia. Dopo il successo di Guimaraes e alcuni esibizioni a cui parteciperanno, la “coppia d’oro” staccherà un po’ la spina, dopo un periodo molto intenso e a tratti stressante:”Ci prendiamo un po’ di pausa, per riposarci un po’ visto che è un anno e mezzo che non facciamo una pausa adeguata, dopo un anno molto intenso, tra World Games, europei, mondiali. Poi alla ripresa, faremo le gare nazionali, con la coppa Italia e la Serie A. L’obiettivo ora sono gli European Games a luglio 2019 a Minsk in Russia”. Dopo aver ricevuto i complimenti dal Presidente della FederGinnastica, Gherardo Tecchi,  Davide e Michela hanno festeggiato il recente successo con una festa a Legnano, insieme agli altri atleti della società. Ma come si diventa campioni? Quanto è importante l’alimentazione? “Nessuna dieta particolare, cerchiamo di mangiare bene e sano. Da piccoli c’era un controllo maggiore, ora sappiamo gestirci e non c’è nessun regime alimentare particolare”, ci spiega Michela. Uno sport minore, ad oggi non è ancora annoverato tra quelli olimpionici, ma questo non infastidisce i due atleti:”Per il movimento della ginnastica aerobica mi auguro che in futuro possa diventare uno sport olimpionico, ma onestamente non è una nostra priorità”, precisa Davide.

Ma conosciamo meglio cosa succede prima di una gara, gestione dello stress e concentrazione. Ecco il pensiero all’unisono di Michela e Davide:”Il pubblico e il tifo non infastidiscono, anzi è un modo per caricarci. Il tifo del pubblico fa bene e ci dà tanti stimoli in gara. A volte succede che entri in gara e il silenzio può dare fastidio perché ti senti gli occhi addosso. Invece il tifo dà una carica diversa, uno stimolo. Una volta che entri e ti concentri non senti più nulla intorno. Ognuno si concentra a modo suo, proviamo il pezzo insieme, ma poi ognuno torna a concentrarsi per conto proprio. Il giorno della finale eravamo molto tesi, nessuno dei due voleva dirlo all’altro. A pranzo abbiamo mangiato pochissimo, la tensione era alta. L’ansia pre-gara c’è sempre, ormai abbiamo imparato un po’ a gestirla”.

Sulla pedana portoghese c’è stata una novità rispetto al passato: la coreografia del pezzo “Fix You” dei Coldplay è stata scelta dai due atleti:”Abbiamo chiesto di poter farla noi. Essendo ormai maturi, abbiamo sviluppato un po’ la nostra idea, di come piace muoverci in pedana. Ed è una cosa che per quanto un coreografo possa conoscerci bene, non riesce a trasmetterti. Abbiamo avuto l’ok dei tecnici, e quindi è andata bene così”. Poi un simpatico siparietto. Mettiamo “a nudo” la coppia: ci facciamo raccontare i pregi e i difetti dell’uno e dell’altra:”Davide è pignolo, un perfezionista, che potrebbe essere un pregio, ma diventa un difetto perché a volte è insopportabile. Lui capisce subito quando mi innervosisco e quindi mi deve stare alla larga. Sbuffa, diventa arrogante. Un pregio: bravissimo, è di un ragazzo di cuore, ci tiene ai suoi compagni, anche se sembra un po’ freddo”, sorride Michela che poi resta in attesa del “giudizio” del suo partner di coppia:”Michela  a volte è un po’ arrendevole, il pregio più grande è la sua caparbietà, se si mette in testa una cosa fa di tutto per ottenerla, nonostante abbia durante questo percorso dei momenti in cui cede, che poi, per colpa del mio carattere pignolo e perfezionista, non accetto questi momenti, e quindi molte volte litighiamo, seppur in silenzio. Facciamo tutto senza parlarci, poi alla sera ci riparliamo, riprendiamo a dialogare. A volte non è facile chiarirsi subito, ammettere un errore”. E arriva anche il consueto momento delle dediche:”Dedichiamo il successo a noi stessi. Arriviamo da un anno un po’ sotto tono a livello sportivo perché l’anno scorso non riuscivamo a stare in piedi. Tre settimane prima dei World games, Michela si è infortunata, ci siamo presentati lo stesso in pedana ma non abbiamo fatto un bel risultato. Poi c’è stato un cambio alla guida tecnica, con cui dovevamo ancora entrare in sintonia. Poi l’europeo, ma Michela aveva ancora la terapia per il piede, insomma è stato un anno cosi e cosi. Siamo arrivati quarti, ci siamo un po’ demoralizzati, si gareggiava ad Ancona e ci tenevamo a fare bene, a settembre 2017. E poi un pensiero va ai nostri allenatori che ci hanno sostenuto e incoraggiato fino a riportarci a questi successi”.

Hanno ancora voglia di vincere e di emozionarsi, nel mirino hanno ancora tanti successi da conquistare:”Ci siamo dati ancora due anni di attività, siamo già abbastanza grandi per l’aerobica. In genere una ragazza arriva ai  26/27 anni, poche vanno oltre, mentre i ragazzi possono arrivare anche sui 30”. Entrambi hanno tanti sogni nel cassetto: Michela un futuro da “psicologa dello sport o criminologa”, mentre Davide spera di entrare a far parte di una commissione tecnica mondiale “per cercare di migliorare questa disciplina”. Magari, un giorno, la ginnastica aerobica diventerà uno sport olimpionico e ritroveremo la coppia d’oro allenatori della nazionale italiana, sogno non proprio nascosto di Davide e Michela. In fondo sognare non costa nulla…

Le foto sono state inviate da Michela Castoldi e Davide Donati

mesposito_it@yahoo.it

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