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Federico Salton:”Diamo speranza a chi lotta, con il trapianto si vive anche meglio”

E’ la quinta edizione dei Word Transplant Games (Olimpiadi per Trapiantati di organo o tessuto, ndr) a cui partecipo, dopo Nancy nel 2003,  London Canada 2005, Mar del Plata Argentina 2015 e Malaga 2017). Sono previste diverse discipline tra cui calcio, pallavolo, tennis, atletica, basket, nuoto, ciclismo, bowling, tiro con l’arco, badminton”. E’ Federico Salton, uno dei giocatori più rappresentativi della comitiva azzurra (tra l’altro gioca anche nella nazionale di calcio e pallacanestro trapiantati), che si è concesso ai nostri microfoni per raccontarci il ‘dietro le quinte’ della nazionale di pallavolo trapiantati. “La nostra nazionale è stata creata dalla compianta Franca Pellini che da presidente di ANED ha voluto e creduto che con lo sport si potessi dare un messaggio forte di quanto con il trapianto si possa tornare a vivere  pieno o, come dico sempre io, anche meglio perché si vede la vita in modo diverso”, prosegue Federico, “qualsiasi persona che abbia subito un trapianto e a cui piaccia fare sport può entrare nel gruppo della nazionale, anche perché anche durante l’anno facciamo eventi dimostrativi per divulgare il nostro messaggio di vita e speranza, quindi più siamo e meglio è. Sarebbe bello arrivare ad avere così tanti atleti che si dovesse arrivare a iscrivere anche più di una squadra in occasione dei mondiali, come già fanno nazioni quali Gran Bretagna o USA”. Federico ha subito un trapianto di midollo in seguito ad una leucemia mieloide acuta: “Il mio donatore è stato mio fratello Lorenzo. Era l’anno 1990, io non avevo ancora compiuto 5 anni e lui non ne aveva ancora 8 allora, le percentuali di sopravvivenza non erano affatto alte ma per fortuna tutto è andato per il verso giusto ed ora sono per portare speranza chi sta lottando e dimostrare che col trapianto si vive e anche meglio. Il trapianto l’ho fatto all’ospedale San Gerardo di Monza dove ho trovato uno staff di medici e infermieri straordinari, su tutti vorrei citare il Dr Jankovic, meglio conosciuto col nome di Dottor Sorriso. Faccio parte di una squadra di pallavolo di ragazzi guariti dalla leucemia chiamata Resiliente”.

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