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“Il capitano” il libro di Franco Esposito e Roberto Guerriero

“Il capitano” è la storia, raccontata in un libro, dai giornalisti Roberto Guerriero e Franco Esposito (Telecolore Edizioni) di Donato Vestuti, giovane ragazzo di origine ebolitana appassionato di sport, di diritto e di giornalismo. La prefazione, a cura di Angelo Scelzo, anticipa già alcune caratteristiche interessanti di questo personaggio: “L’attivismo del giovane Donato, preso dagli studi, ma ancor di più dalla passione per lo sport e il giornalismo rappresenta l’emblema di un tempo. Il timore della guerra metteva fretta alla vita, e la indirizzava su binari concorrenti. Ecco allora l’ascesa sociale dello sport, impegnarsi nello sport era segno di distinzione sociale”. Il libro mette in risalto il legame che lo congiungeva ai familiari tramite un’accurata descrizione dei genitori grazie alla certosina ricerca storica dei due autori. L’amore ha giocato un ruolo determinante nella sua vita ed è interessante anche la ricostruzione della passione che Vestuti provava per Fanny, che poi diventerà sua moglie: “La presenza del tenente Vestuti in casa non le è affatto indifferente anche perché i racconti del militare italiano, originario di una città che Fanny ha conosciuto ed ammirato, iniziano ad affascinare la giovane fanciulla. Inoltre, gli occhi ed il sorriso di Donato fanno breccia nel cuore di Fanny. Inevitabilmente in pochi mesi quella simpatia si trasforma in un sentimento sempre più forte, che diventa amore vero”. (pag. 69) Dal racconto si evidenziano anche il suo amore per la patria e la sua passione per il giornalismo. Lui viene indicato, per via della sua passione per lo sport il fondatore morale della Salernitana. Per concludere evidenziamo altri due passaggi significativi; il primo è riguardante la sua tragica morte avvenuta la mattina del 25 ottobre 1918 sul Col dell’Orso in seguito all’esplosione di una granata lanciata da mano nemica: “Donato è morto da eroe. È morto dopo aver rassicurato e rincuorato i suoi uomini. È morto dopo aver salvato il suo attendente, esortandolo a non seguirlo in trincea”. Il secondo invece, definibile come il fulcro di questo libro, è giustificare l’intitolazione del vecchio stadio della principale squadra calcistica di Salerno proprio a Donato Vestuti. In seguito le parole espresse a riguardo dall’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca: “Donato è stato un giovane straordinario, fondatore morale della Salernitana. Un giovane che amava lo sport, scomparso troppo presto come centinaia di migliaia di ragazzi italiani caduti nel corso della grande guerra” (pag 156). Lo stadio di Piazza Casalbore ha ospitato le gare interne della Salernitana fino al 3 giugno del 1990, quando la squadra granata conquistò la promozione in serie B, riabbracciando la categoria dopo 24 anni.

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