Home / ANEDDOTI  / Il miracolo di Natale del 1914: il calcio oltre la trincea

Il miracolo di Natale del 1914: il calcio oltre la trincea

A Natale del 1914 anche la guerra si fermò, grazie al calcio. Prima guerra mondiale, siamo nella regione belga delle Fiandre. Si è da poco combattuta la battaglia di Ypres (21 ottobre – 22 novembre 1914) , i  militari di entrambi gli schieramenti sono stremati, dormono in condizioni precarie. L’inverno è alle porte ed iniziano le prime nevicate.

Nelle settimane precedenti quel Natale, soldati tedeschi e inglesi, schierati su fronti opposti, hanno modo di scambiarsi auguri e canzoni dalle rispettive trincee. E’ un “cessate il fuoco” spontaneo, non ufficiale e autorizzato, un’iniziativa presa dal basso dai soldati. La notizia non viene presa bene dai vertici militari di entrambi gli schieramenti: il generale inglese Dorrien arriva a minacciare la corte marziale per chi si fosse reso colpevole di fraternizzazione.

«Voi non sparate, noi non spariamo», così i soldati escono dalle trincee e vanno incontro al nemico. Hanno voglia di fraternizzare, si scambiano regali e cibo. Spunta un pallone, all’epoca il gioco del calcio non era ancora molto diffuso. La palla fatta di stracci cuciti, le porte create con sassi: così si ritrovano di fronte tedeschi e inglesi, questa volta non sul fronte di guerra ma in un campo di calcio nella ‘terra di nessuno’. L’evento viene ricordato come la ‘tregua di Natale’, che rappresenta “la dimostrazione che gli uomini sono fondamentalmente buoni e che erano stati spinti alla guerra da governi stupidi e irresponsabili, tanto che appena liberi di farlo avevano scelto la pace e la fratellanza” (cit. Paolo Rastelli, Corriere della Sera, 24.12.2014).

Gli episodi furono censurati dai media di quel tempo, fino al 31 dicembre 2014 quando il The New York Times diede la notizia per la prima volta. A ruota anche i tabloid inglesi, agli inizi di gennaio del 2015, iniziarono a pubblicare i racconti dei soldati tratti dalle lettere inviate alle proprie famiglie. In Germania, invece, i giornali assunsero una posizione critica verso i soldati tedeschi tant’è che non risulta pubblicata alcuna foto legata a quegli eventi di fratellanza.

Di quell’evento abbiamo una testimonianza diretta del caporale Leon Harris del 13esimo battaglione del London Regiment grazie ad una lettera scritta ai genitori (riprodotta su www.christmastruce.co.uk): “È stato il Natale più meraviglioso che io abbia mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di Natale e verso le otto e mezzo di sera il fuoco era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno cominciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a mettere sui parapetti delle trincee un sacco di alberi di Natale con centinaia di candele. Alcuni dei nostri si sono incontrati con loro a metà strada e gli ufficiali hanno concordato una tregua fino alla mezzanotte di Natale. Invece poi la tregua è andata avanti fino alla mezzanotte del 26, siamo tutti usciti dai ricoveri, ci siamo incontrati con i tedeschi nella terra di nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni, tabacco e sigarette. Parecchi di loro parlavano inglese. Grandi falò sono rimasti accesi tutta la notte e abbiamo cantato le carole. È stato un momento meraviglioso e il tempo era splendido, sia la vigilia che il giorno di Natale, freddo e con le notti brillanti per la luna e le stelle”.

Ma come finì quella partita? Stando ad uno scritto del 1962 del poeta e scrittore britannico Robert Graves, il risultato fu di 3 a 2 per i tedeschi. Una storia divenuta quasi una leggenda: la ritroviamo in uno spot della Sainsbury e nel film ‘Oh che bella guerra’ di Richard Attenborough del 1969). Nel mese di dicembre 2014, a cento anni da quella storica tregua, nella cittadina belga di Ploegsteert, l’allora Presidente dell’Uefa Michel Platini ha inaugurato un monumento a ricordo di quel giorno in cui il calcio fermò la guerra.

Quella volta, sì, vinsero tutti!

mesposito_it@yahoo.it

Il miglior modo per predire il futuro è crearlo!