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Ivan Franceschini, dal San Nicola di Bari al Messina passando per…Salerno

Ha fatto parlare di sè e della squadra che allena, la Palmese, per aver messo in difficoltà la carozzata Bari domenica scorsa allo Stadio San Nicola, davanti a oltre 15 mila spettatori. Ivan Franceschini, classe 1976, un passato da calciatore di Salernitana, Genoa, Torino e Reggina (solo per citarne alcune), da quest’anno guida la squadra calabrese e, tra varie difficoltà, sta facendo un ottimo lavoro con un gruppo di giovani alcuni dei quali alla loro prima esperienza in una squadra di serie D. Alla vigilia del match interno contro un’altra nobile decaduta, il Messina, con Franceschini facciamo un passo indietro di una settimana e riviviamo le emozioni della gara contro il Bari: “Abbiamo perso per una nostra disattenzione grave, con un calcio piazzato, per una situazione di gioco su cui lavoriamo tanto durante la settimana. C’è stato grande dispiacere da parte nostra perchè al cospetto di una corazzata e davanti ad un pubblico fantastico, abbiamo subito gol proprio negli ultimi minuti. Ovviamente perdere a Bari ci sta, ci resta l’amaro in bocca perchè la sconfitta è giunta proprio alla fine dopo un’ottima prova dei miei ragazzi. La squadra pugliese ci ha messo alle corde, noi ci siamo difesi con ordine e siamo riusciti a fare qualche buona ripartenza. Nella ripresa, vuoi per la stanchezza vuoi anche per la sindrome da braccino corto, non siamo riusciti a ripartire. E il Bari è stato bravo a portare a casa l’intera posta in palio. Ho una squadra formata da tanti ragazzi giovani, molti alla prima esperienza in prima squadra. Alcuni giocatori svincolati sono arrivati a stagione in corso. Essere arrivati dopo solo due mesi a giocarti una partita a Bari e perdere solo a quattro minuti alla fine contro una squadra che è proiettato a fare la scalata fino alla Serie A, è un motivo di orgoglio per noi”.

Dopo la gara che entrerà nella storia della società calabrese, umori contrastanti per i giocatori di Mister Franceschini: “Negli spogliatoi le emozioni erano contrastanti: da una parte contenti di aver disputato una buona partita, con grinta e coraggio, abbiamo sempre giocato la palla, dall’altra parte dispiaciuti perchè stavamo assaporando il pareggio su un campo di serie A e per noi sarebbe stato un risultato storico, ma sono convinto che la partita è comunque entrata nella storia della Palmese. Ci hanno fatto piacere gli attestati di stima dell’allenatore del Bari, Cornacchini, e dei giocatori baresi che hanno usato belle parole nei confronti dei miei giocatori. E da questo dobbiamo ripartire per fare bene”.

Passiamo al dato tecnico e parliamo di modulo di gioco. Dopo l’esperienza come vice di Karel Zeman e Cozza alla Reggina e in Eccellenza, Franceschini è alla sua prima panchina in Serie D: “Non sono fissato per un solo modulo. Vario spesso soluzione e cerco di trovare il modulo che esalti le caratteristiche dei miei giocatori e metta in difficoltà gli avversari di turno. Siamo partiti con il 5-3-2, ma credo che i miei giocatori possano fare bene anche la difesa a 4, in mezzo al campo abbiamo giocato sia a 3 che a 4. In questo momento abbiamo una buona fase difensiva, peccato un pò in fase offensiva ma non per demerito degli attaccanti. Abbiamo la seconda migliore difesa del girone, dopo il Bari, però dobbiamo migliorare la fase realizzativa”.

Archiviato la parentesi pugliese, quest’oggi a Palmi è di scena il Messina di Mister Oberdan Biagioni, che naviga in brutte acque di classifica: “Noi scendiamo in campo sempre per vincere, in campo ovviamente ci sono anche gli avversari. Quest’anno il girone è molto equilibrato, a parte il Bari che fa corsa a sè. Ci sono squadre molto forti che hanno speso tanto questa estate. Noi sappiamo che per fare risultato dobbiamo dare sempre il 110 per cento. In questo momento il Messina è in difficoltà, ha pochi punti però ha una rosa con giocatori importanti e hanno costruito la squadra per vincere il campionato. Speriamo di fare una buona partita contro una squadra forte”.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di ventuno anni. Ivan Franceschini, poco più che ventenne, reduce dalla trafila nel settore giovanile del Parma, viene chiamato dalla Salernitana. Stagione 1997/1998, l’anno della conquista della Serie A dopo un’attesa di oltre 50 anni. A Salerno collezionò 23 presenze ed un gol, contro il Foggia nell’ultima giornata di campionato: “Ho tantissimi ricordi di quell’anno, inizialmente mister Rossi faceva giocare come coppia centrale Ferrara e Cudini. Io e Luca Fusco, giovanissimi, eravamo in panchina. Nel girone di andata feci poche presenze anche perchè la Salernitana fece una striscia di 17 risultati consecutivi e quindi era difficile trovare spazio. Nel girone di ritorno, invece, il mister mi diede più spazio, feci un buon girone di ritorno e mi dispiacque essere andato via. Ad un certo punto c’era stata anche la possibilità di restare a Salerno, ma all’epoca ero militare e lo era anche Luca Fusco, per cui avere due giocatori-militari in serie A avrebbe comportato qualche problema di gestione. Fui apprezzato da Mister Rossi, tant’è che poi mi volle al Genoa in serie B. Fu un’annata bellissima, ho ricordi indelebili, una tifoseria splendida, sembra retorica dirlo ma è la verità. Vincemmo 15 partite in casa su 19, ogni gara all’Arechi era una festa. Ricordo le trasferte, ad esempio quella di Venezia. Nel viaggio di ritorno i tifosi viaggiarono con noi in aereo. Avevamo una squadra con tanti ragazzi giovani, Di Vaio, Tedesco, Fusco, Koulusek ed altri, giocavamo davvero bene. Ricordo la compostezza dei tifosi, dopo il pareggio interno contro il Venezia che ci regalò la matematica promozione. Da pochi giorni c’era stato la tragedia di Sarno, in cui persero la vita tante persone. I tifosi granata non festeggiarono nonostante aspettassero la Serie A da oltre 50 anni. Conservo ancora le videocassette di quell’annata, le canzoni che ci intonavano i tifosi, ogni tanto vado ancora su internet a riguardare le immagini di quella cavalcata. A Salerno ci sono tornato due mesi fa, dopo la partita di Nocera, perchè dovevo prendere il treno per tornare a Parma. Ne ho approfittato per fare un giro in centro. A Salerno si vive di calcio e si sta davvero bene”.

Fonte foto: profilo Fb Ivan Franceschini

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