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kaiser Laura Neboli ci racconta la sua nuova avventura nel calcio tedesco

“Il professionismo é la prima e maggiore differenza tra la Germania e l’Italia del calcio femminile”.
Centra subito l’obiettivo Laura Neboli, italiana e neo allenatrice della formazione tedesca del 1.FFC Recklinghausen, appena le chiediamo di parlare della differenza tra le due Nazioni dove lei ha giocato e dove, ora, svolge il ruolo di allenatore.
“Le giocatrici in Germania nella Bundesliga sono professioniste. Molte squadre, con un certo blasone in campo maschile, danno la possibilità anche alle donne di utilizzare le loro strutture professionali”.

In Italia?

“In Italia si sta muovendo qualcosa, ma penso ci voglia ancora un po’ per arrivare allo standard tedesco”.

In Germania come sono strutturati i settori giovanili in rosa e che importanza viene data?

“Qui i settori giovanili delle società hanno una grande rilevanza, infatti, molte giovani hanno la possibilità di giocare e di migliorarsi. In Italia generalmente  si punta più su giocatrici di esperienza”.

Da un punto di vista mediatico e dell’interesse del pubblico come sono messi in Germania?

“Un’altra differenza rilevante e’ che in Germania il calcio femminile è uno sport molto diffuso e le ragazze iniziano a praticarlo già all’interno dei programmi scolastici. Ogni scuola sin dalle elementari propone tornei provinciali di calcio femminile”.

Un infortunio le ha cambiato prospettiva. Ora lei è dall’altra parte della barricata, com’è stato il cambiamento?

“Il cambio da giocatrice ad allenatrice è stato velocissimo. Ho fatto tutto d’istinto, tanto da non rendermene quasi conto. Negli ultimi 4 anni ho seguito 3 corsi d’allenatore per conseguire i relativi patentini, fino al UEFA A, e devo ammettere che questo mi ha aiutato molto nel migliorare la programmazione e la strutturazione di una stagione”.

Quali difficoltà ha incontrato in questo repentino cambiamento?

“L’aspetto più difficile su cui lavorare è stato il rapporto con le giocatrici. All’inizio la mia  prospettiva era ancora troppo da giocatrice. Avevo poca pazienza ed ero molto diretta. Con il tempo ho imparato a guardare le cose in maniera differente ed ho capito che il mio ruolo era diverso e che le giocatrici avevano bisogno del mio aiuto, della mia fiducia e della consapevolezza della stima che provo per loro. E’ importante riuscire a trovare il giusto mix tra rispetto e lavoro per raggiungere insieme gli obbiettivi”.

Qual è, secondo lei, il talento tedesco che più ammira in questo momento?

“Il più grande talento tedesco ritengo sia Lena Oberdorf, classe 2001. Nonostante la sua giovane età è già una giocatrice importante nella Bundesliga e nella nazionale tedesca”.

Da allenatrice qual è l’aspetto che più ha curato quando allenava le ragazze delle giovanili?

“Sono convinta che a livello giovanile l’obbiettivo più importante sia il miglioramento della tecnica e delle sue basi, il tutto per fare in modo da rendere le ragazze pronte per il salto in prima squadra. Fino ai 20 anni le ragazze possono imparare tantissimo tecnicamente, dopo il processo rallenta. Per me è fondamentale che le giocatrici imparino ad utilizzare entrambi i piedi, che non abbiano paura del colpo di testa e del contatto fisico. I risultati poi arrivano da soli”.

Ed ora parliamo della prossima avventura in terra germanica: “Sarò alla guida della 1.FFC Recklinghausen. E’ la mia prima esperienza con una prima squadra. Negli ultimi 4 anni ho allenato nell’under 20 nella Regionalliga West, dove milita anche il 1.FFC Recklinghausen. Sono molto felice di questa possibilità, é un’altra tappa della mia carriera da allenatrice”.

Progetti ed ambizioni?

“La societa’ ha un progetto di 4 anni, durante i quali cercheremo di raggiungere la Bundesliga. La società è ben organizzata, infatti, giochiamo in uno stadio che contiene circa 7000 persone. Abbiamo un campo in erba per i mesi estivi e un campo in sintetico per i mesi invernali. Il nostro obbiettivo è dare alle ragazze della regione la possibilità di giocare ad alto livello ed allenarsi in modo professionistico”.

Dal primo luglio inizia la sua nuova avventura in Recklinghausen e il suo lavoro sarà incentrato sui giovani: “la squadra – conclude Laura Neboli – verrà ringiovanita perché io credo che per avere successo bisogna puntare su ragazze giovani, vogliose di imparare e di mettersi in gioco. Speriamo di vedere i risultati del nostro lavoro già alla fine della stagione”.

Foto di copertina di Jens Göbel

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).