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La Salernitana prima dei 100 anni, Visentin: “Il granata mi è entrato nel DNA”

Salerno – “Sono arrivato a Salerno da giovane e ci sono rimasto. Il bello della Salernitana? Siete voi tifosi. Unico appunto? Volete troppo bene alla squadra ma negli anni passati avete, per troppo amore, commesso molti errori. Quando giocavo non mi capacitavo come mai dei giovani talenti salernitani non venissero mai convocati o utilizzati in rosa. Ai miei tempi si contavano davvero tanti giovani talentuosi”.
E’ Oliviero Visentin ha ricordare il suo amore per la città e per la maglia, mettendo a nudo i difetti di una tifoseria che a volte si lascia trasportare dall’amore e non dalla ragione, durante la serata organizzata dal Club Mai Sola.
Oliviero Visentin svela anche l’aneddoto relativo al suo arrivo a Salerno: “feci gol in amichevole a Salerno e subito dopo arrivò la richiesta di prestito dalla Salernitana. Era il 1961. E vivo ancora qua”.
Il ricordo più triste?
La partita contro il Potenza. Che tragedia! siamo scappati negli spogliatoi e poi abbiamo saputo della morte di Plaitano. Non dimenticherò mai. Quel giorno io tornai a casa e di corsa andai in stazione per prendere il treno. I miei genitori erano preoccupati perchè avevano sentito ciò era successo a Salerno. Per sapere che stavo bene dovettero attendere il mio arrivo a casa. Non avevamo i telefonini in quegli anni”.
Per la storia: fu proprio un rigore non concesso, per atterramento di Visentin, a scatenare i tifosi sugli spalti e la successiva invasione di campo”.
Sono intervenuti anche Antonio Capone, talento puro del calcio salernitano: “Ero una testa matta. Diciamo che non ero costante nella voglia di allenarmi e ogni tanto facevo delle bravate. Vi racconto che durante una partita ad Angri delle giovanili, dove vincevamo già 3 a 0 grazie ad una mia tripletta, presi palla a centrocampo e mi saltai tutti gli avversari, compreso il portiere. Arrivai sulla linea e mi sedetti sul pallone. Ero fatto così”.
Ci svela altri due aneddoti: “Quando ero a Salerno ospitavamo il Pescara di Tom Rosati. Il mister non mi aveva mai fatto giocare nella sua Salernitana e un amico comune mi fece sapere che non mi conosceva e che sarei comunque stato marcato da un difensore forte. Ebbene! in quella partita segnai due gol e fermammo la striscia positiva del Pescara. Poi altra gara che ricordo con affetto è la vittoria del Napoli a San Siro, contro l’Inter, quando giocai una gara strepitosa. Ero genio e sregolatezza”.
Era presente anche l’ex allenatore Novelli che ricorda con affetto la sua avventura al Viareggio con la sua squadra Primavera: “Era una squadra che riuscì a far bene e a dare filo da torcere anche alla Juventus che per batterci sudò le proverbiali sette camice”.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).