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Lotta all’omofobia nel calcio: a Salerno una squadra gay

Quando lo sport può essere un veicolo sociale per combattere discriminazioni, razzismo ed ignoranza.A pochi giorni da un vile atto vandalico ad opera di ignoti che hanno devastato la sede sociale del comitato provinciale di Salerno spingendo diverse autorità politiche a scendere in campo per esprimere sostegno e vicinanza all’associazione, ecco che l’Arcigay  “Marcella Di Folco”, nella persona del presidente Francesco Napoli e con la collaborazione di tutti i membri del consiglio direttivo capitanati dal professor Eddy Palescandolo, scende in campo nel vero senso della parola presentando un progetto che mira a formare la prima squadra di calcio LGBT della storia nella nostra città. L’idea è quella di aggregare ragazzi campani omosessuali per combattere nel modo più naturale possibile quel tabù che regna sovrano nel mondo del calcio, tutto in un clima di grande amicizia, collaborazione e rispetto. Già in passato, in concomitanza con il Pride del 2012, si era svolto un convegno in presenza del noto conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone, di numerosi esponenti del Centro di Coordinamento Salernitana Club e del direttore generale del fu Salerno Calcio Danilo Pagni. Nella circostanza fu presentato il libro “Il campione innamorato” redatto con la collaborazione del tecnico Cesare Prandelli. “E’ bello vedere che la tifoseria della Salernitana sia presene a questa conferenza stampa, da questa città può partire un messaggio quanto mai interessante e costruttivo” disse Cecchi Paone a Canale 5 complimentandosi anche per la promozione tra i professionisti del sodalizio caro a Lotito e Mezzaroma.
A distanza di tempo ecco un nuovo progetto, sposato immediatamente dal Sindaco Vincenzo Napoli e dall’assessore allo sport Angelo Caramanno,pronto ad organizzare una presentazione in grande stile a Palazzo di Città durante la quale saranno svelati nome, logo e divise sociali della squadra di calcio che, simpaticamente, è pronta a lanciare il guanto di sfida ai Pochos, compagine napoletana che nell’ultimo lustro ha partecipato a diversi tornei nazionali guidata dal presidente dell’Arcigay di Napoli Antonello Sannino e sostenuta in tutt’Italia dallo storico dirigente Paolo Patanè.Quello dell’omosessualità nel mondo del calcio è un tema sempre molto gettonato e delicato. Di recente, alla nostra redazione, il portiere dell’Entella Paroni aveva parlato a cuore aperto con dichiarazioni forti e intelligenti: “Mi sembra folle che nel 2019 bisogna ancora giudicare una persona in base all’orientamento sessuale o al colore della pelle. Non avrei nessun tipo di problema ad allenarmi con un compagno gay. Mi rendo conto che fare coming out in un ambiente come il calcio possa essere difficile, ma un tifoso ti giudica bene o male in base alle prestazioni che offri e non alla tua vita privata”. Le iniziative, in passato, sono state tante. Daniele Dessena, ai tempi del Cagliari, scese in campo con le scarpette griffate “Raimbow” con i colori della bandiera che rappresenta la comunità LGBT,il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis estese le agevolazioni economiche per le famiglie anche alle coppie composte da persone dello stesso sesso, mentre Claudio Marchisio fu tra i primi ad incoraggiare i calciatori omosessuali. Da Salerno, città tollerante, civile e molto aperta sull’argomento a prescindere da questo gesto isolato che non va strumentalizzato (né sottovalutato), può partire un grande progetto che, in futuro, potrebbe coinvolgere anche le società professionistiche e dilettantistiche del territorio.

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