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‘Non ci resta che il crimine’: presentato il film che ripercorre il Mundial del 1982

È stato presentato martedi 4 dicembre, durante l’11ª edizione del seminario ‘Il calcio e chi lo racconta’, nel rinnovato auditorium del Centro Tecnico Federale di Coverciano, il film ‘Non ci resta che il crimine’. Prodotto da Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, è la nuova commedia di Massimiliano Bruno, sceneggiata dallo stesso Bruno con Andrea Bassi, Nicola Guaglianone e Menotti, che uscirà nelle sale italiane il 10 gennaio 2019.

Una pellicola che ripercorre attraverso un viaggio nel tempo il Mundial del 1982. Coverciano, la casa delle nazionali azzurre, è la sede ideale per la presentazione di un film che parla di calcio, ma non solo. E non potevano certamente mancare due icone di quel titolo mondiale, Marco Tardelli e Antonio Cabrini. “Siamo riusciti in un’impresa che non pensavamo di compiere e questo ha creato un bel gruppo unito. Avevamo a guidarci l’uomo con la pipa, Enzo Bearzot, un allenatore molto severo, ma che è sempre stato con noi”, rievoca Tardelli. Ricordando il rigore sbagliato in finale, Antonio Cabrini ha rivelato scherzosamente le responsabilità di Paolo Rossi: “Senza Antognoni, infortunato, ero io il rigorista designato e dopo di me c’era lui, in piena corsa per il titolo di capocannoniere del torneo. Pablito mi è passato dietro, mentre stavo prendendo la rincorsa, e mi ha sussurrato: te la senti? Mi ha proprio portato iella!”.

A Coverciano era presente il cast del film al completo, una vera e propria ‘Nazionale del cinema italiano’, come è stata definita davanti al Ct degli Azzurri del pallone, Roberto Mancini: Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli e Massimiliano Bruno.

Proprio Massimiliano Bruno, regista e sceneggiatore del film, ha dichiarato: “Abbiamo scelto di ambientarlo nel 1982 per unire due eventi dell’epoca: la Banda della Magliana, all’apice del suo potere, e i giorni gloriosi dei Mondiali. Giuseppe, il personaggio di Gianmarco Tognazzi, è creato a mia immagine e somiglianza: ci sono tutta la mia passione e la mia conoscenza quasi maniacale del calcio”.

Rievocando il suo Mondiale, Alessandro Gassmann ha ricordato una corsa sulla spiaggia e un bagno notturno, Gianmarco i riti scaramantici che hanno accompagnato la visione delle partite in casa Tognazzi e la distruzione del salotto dopo la finale e, mentre Marco Giallini ha parlato dell’euforia post vittoria con gli amici, Edoardo Leo, che di anni all’epoca ne aveva dieci, si sentiva proprio un campione del mondo: immedesimandosi con gli amici in quegli ‘eroi’ che avrebbero poi alzato al cielo di Madrid la Coppa del Mondo.

Fonte news e foto Figc

mesposito_it@yahoo.it

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