Home / ANEDDOTI  / Piange alla premiazione: la storia del piccolo campione di sportività e fair play

Piange alla premiazione: la storia del piccolo campione di sportività e fair play

“Questo non importa, importa solo l’atteggiamento che ho avuto io contro l’arbitro. Però a fine partita, giustamente, mi sono scusato con lui”.
Andrea Migliaccio, piccolo atleta di appena 11 anni, ma dal cuore e dalla coerenza da fare invidia anche al campione più navigato. Lui che durante un torneo di calcio pur avendo un comportamento stereotipato riesce, poi, a correggere tutto con gesti e parole “d’autore”.
La Storia
“Quando sono entrato nel secondo tempo perdevamo 3 a 1. Io però continuavo a dire ai miei compagni di lottare e di non arrendersi. Potevamo farcela ad arrivare alle semifinali”.
Il direttore di gare, oggetto di facili improperi, ora anche da parte dei bambini: “continuava a chiamare falli per gli avversari ed io mi arrabbiavo con lui. Dopo aver segnato il secondo gol i miei compagni hanno cominciato a lottare senza sosta. Abbiamo trovato anche il pareggio. Poi proprio allo scadere sono riuscito a spingere la palla lontano e finalmente la partita è finita”.
Il pareggio bastava alla scuola calcio Wembley di Bellizzi (Sa) che si giocava questa “importante” qualificazione contro la Scuola Calcio Olympia Club.
A fine gara entra negli spogliatoi degli avversari e: “gli dico che dovevano vincere loro perchè in quella partita hanno messo in campo tutta la passione per il calcio perchè, come ha detto il mister, noi siamo entrati per perdere“.
Il segreto viene confidato al capitano, ma il gesto non passa inosservato.
E’ stata una grande emozione quando questo mio “sentimento” lo hanno saputo tutti. Infatti, sul palco sono stato premiato come miglior giocatore e mi hanno assegnato il premio fair play che è un premio, mi hanno detto, che non prendono tutti”.
Continua: “Voglio ringraziare i miei genitori e il mister Umberto Tarcinale che mi hanno insegnato l’educazione sportiva. Per il mio mister la vittoria finale di un torneo non conta nulla se prima non si ha educazione sportiva. Prima vengono questi valori e poi tutte le altre cose”.
La mamma, Brunella Adinolfi, è fiera dei suoi figli: “Andrea, a differenza degli altri tre figli ha un cuore grande e una sensibilità non comune. Il suo gesto non mi ha sorpreso, ma mi hanno emozionato le parole che hanno speso per lui”.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).