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Settebello Mondiale, Luongo:”Ora apriamo un ciclo vincente”

“Tanta emozione anche se, devo essere sincero, quando entri in un clima mondiale e sei nel villaggio entri in una sorta di loop, una specie di trans agonistica e giochi ogni partita come se fosse una finale. Questo aspetto si è evidenziato soprattutto dopo il passaggio del girone e nelle gare dei quarti contro la Grecia e la semifinale. Devo aggiungere che lo stato emotivo era lo stesso, in finale, nel senso che controllavamo la paura, perché eravamo gasati e volevamo arrivare sul gradino più alto del podio che poi regalava anche il pass olimpico”.
E’ Stefano Luongo, neo Campione Mondiale di Pallanuoto, che racconta la sua gioia di aver vinto un titolo così importante che mancava da otto anni e che risaliva alla vittoria di Shanghai.

Stefano Luongo

Lui è stato, anche, uno dei realizzatori nella splendida finale vinta contro la Spagna: “Il primo è servito per dare la carica a me e ai miei compagni. Volevamo far capire alla Spagna come eravamo entrati in acqua per cui alla prima occasione non ci ho pensato due volte. Le finali le giochi così senza pensare molto ma cercando di dare tutto quello che è umanamente possibile”.
La sua seconda rete ha, praticamente, messo in ghiaccio la vittoria: “L’ultimo gol, invece, è stato speciale perché abbiamo capito che la gara era chiusa ed ho cominciato ad abbracciare i compagni e lo staff”.
Ora si sogna di rivedere il settebello olimpico che ha fatto impazzire l’Italia, a Barcellona nel 1992: “Questa Nazionale può aprire un ciclo. Non ci sono molti ‘vecchi’ a parte Figlioli e Aicardi, ci sono molti giovani ed è un gruppo compatto ed affiatato”.
Il Commissario Tecnico, invece è un valore aggiunto: “Campagna ci racconta molti aneddoti del suo periodo e soprattutto ci parla delle leggende della pallanuoto come Faragó o Estiarte che a suo avviso erano talmente giocatori, o meglio pallanuotisti, intelligenti e che potrebbero giocare tranquillamente in questa pallanuoto e fare la differenza perchè atleti che giocavano sulla velocità di pensiero e sulla tecnica e non sulla prestanza fisica”.
Un pensiero a chi gli è stato vicino e lo ha spronato a rimettersi in gioco: “Il successo lo dedico alla mia famiglia, a mio padre e mia madre che mi hanno spinto affinché tornassi in Nazionale, al mio socio Simone, detto l’illegale (ride . ndr), che mi ha permesso di restare due mesi lontano dal lavoro, alla mia società, a Baldinetti, ed al lavoro svolto in questa stagione che ci ha permesso di fare un salto di qualità individuale e di squadra importante e che ci ha permesso di arrivare a vincere il Mondiale”.

 

Foto di copertina fonte FIN

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).