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CLAUDIA MANDIA, AD UNA SOLA FRECCIA DAL PODIO, RACCONTA LE SUE EMOZIONI OLIMPICHE

Claudia Mandia, Guendalina Sartori e Lucilla Boari sono le tre atlete del tiro con l’arco che in queste olimpiadi hanno fatto sognare tutta l’Italia sportiva e tutti gli appassionati di sport che, quando ci sono i Giochi Olimpici diventano divoratori di ore di sport che, poi, passano nel dimenticatoio per altri quattro anni.
Queste tre ragazze hanno ottenuto il miglior risultato di sempre per quanto concerne questo sport, ma hanno anche avuto la possibilità di passare nella storia per sempre, vale a dire, far sventolare in alto, dietro il podio, il tricolore.
Ma la stagione è stata travagliata, difficile tanto che la qualificazione ai giochi è arrivata all’ultimo respiro, o forse sarebbe meglio dire, all’ultima freccia.
Siamo riuscite a qualificarci contro ogni pronostico ad Antalya. Abbiamo fatto una gara di altissimo livello battendo il record italiano che era rimasto inviolato da tanti anni, arriviamo terze a squadre in Coppa del Mondo e otteniamo la qualificazione olimpica”. Così Claudia Mandia ricorda quella qualificazione strappata con l’orgoglio tutto italiano.
Ma da quel momento, qualcosa è cambiato nella loro testa, infatti: “Il pensiero di arrivare ad ottenere una medaglia alle olimpiadi ormai ci frullava nella testa, siamo riuscite ad ottenere, in poco tempo, quello che per tanti anni non è stato mai raggiunto. Un quarto posto non è per niente male come prima olimpiade”.
Ma la delusione arriva perché quel sogno stava per realizzarsi, anzi, stava prendendo una piega decisamente più “brillante”: “Ovviamente l’amaro in bocca rimane visto che in semifinale stavamo vincendo. Purtroppo un errore ci è costato caro. Ci penseremo per tanto tempo, ma avremo la consapevolezza di aver fatto una grande cosa e che in futuro potremo fare molto di più”.
Per chi ha seguito la gara ed ha visto cosa è accaduto, ed è stato anche per poco ore un tifoso di questo trio di arcieri, non poteva non esaltarle ed incoraggiarle, invece il giorno dopo, un noto quotidiano le rende protagoniste di un siparietto “antipatico”, a dir poco, ma le ragazze reagiscono come hanno fatto e faranno alla delusione del mancato podio, con coraggio e determinazione e, all’unisono, scoccano una freccia vincente nella comunicazione, facendo indignare di quanto ha scritto tutta l’Italia: “La cosa che ci ha infastidito di quel titolo (sono state definite cicciottelle ndr) è stata che dopo esser arrivate quarte, dopo aver trascorso una notte insonne per il dispiacere, anziché trovare l’appoggio dalla nostra nazione, siamo state giudicate per il nostro aspetto fisico. Il titolo non era per niente inerente alla notizia. Il giornalista non si è mai interessato del nostro sport, quindi non sapeva neanche le dinamiche. Il fatto che sia stato licenziato, oltretutto spostato ad altra carica non licenziato, non è stato voluto da noi ragazze. Anzi a noi dispiace”.
Quindi doppia delusione per Claudia, Guendalina e Lucilla, quella di aver sfiorato la finale per l’oro e di sentirsi non coccolate nonostante un risultato, comunque, storico. Ma, in realtà, l’affetto della nazione è arrivato forte ai loro cuori, in tanti si sono schierate con loro e le hanno consolate come è giusto che fosse, ma quello che più importava era di fare innestare la marcia giusta nel loro “cervello”, perché questo quarto posto deve essere uno sprono a fare meglio e … conclude Claudia: “Io continuerò a sognare le Olimpiadi e quella medaglie persa per un soffio”.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).