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FABIO GROSSO: “PURTROPPO NON EMERGONO TUTTI QUELLI CHE HANNO GROSSE PONTENZIALITA'”

Questa mattina a Radio 24, durante la trasmissione “Tutti Convocati” è stato intervistato l’ex Campione del Mondo Fabio Grosso, oggi, allenatore della Juventus Primavera che ha vinto il Trofeo di Viareggio contro il Palermo. La partita è finita 3 a 2 per i bianconeri e, il mister Grosso ha avuto modo di esternare alcuni concetti importanti che possono essere utili a tutti, allenatori, dirigenti e appassionati del mondo giovanile.

Il primo passaggio importante dell’intervista parla dei ragazzi e del ruolo dell’allenatore: “Il nostro compito è quello di provare a costruire ragazzi che potranno diventare giocatori forti nel futuro. Sicuramente diventare giocatori da Juve non è facile, ma il nostro obiettivo è quello di provarci e da un po’ di tempo ci siamo messi con questo impegno”.

Come vive un allenatore un’avventura così importante nel mondo del calcio giovanile, ecco cosa dice Grosso “Vivo questa mia esperienza con un entusiasmo travolgente sapendo che l’obiettivo principale non è quello di provare a vincere per avere notorietà, ma far cresce i ragazzi nel miglior modo possibile”.  Ancora un passaggio forte, importante, che fa capire, a molti, quanti errori si commettono durante il percorso di crescita del giovane e dell’allenatore stesso.

Un altro tema caldo in questi ultimi anni è quello di far crescere i ragazzi facendoli giocare anche con giocatori di affermati o già esperti. La Juve, in questo senso è andato a pescare nelle categorie minori ed ha trovato un giocatore come Alessio Di Massimo (che ha giocato in Promozione, Eccellenza e la Juve l’ha preso dalla serie D). Anche in questo caso Fabio Grosso ha un’idea innovativa e pensa che sia importante far giocare i ragazzi con i più grandi in squadre con gente esperta:  “Concordo pienamente, anche la società bianconera ha lo stesso pensiero. Ma non si può cambiare il calcio da un giorno all’altro. Bisogna trovare degli accordi e spero che li possano trovare il prima possibile. Riconosco che tanti ragazzi hanno delle potenzialità enormi ma non vengono fuori, in percentuale, non emergono quanti dovrebbero. Probabile che manca, nel loro percorso, proprio questo passaggio, e in questo modo si potrebbe colmare”. 

 

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