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L’Universiadi dei volontari. L’altra faccia della manifestazione

Le Universiadi in Campania hanno calato il sipario. Sorrisi, vittorie, sconfitte, pianti e stanchezza. Tutto questo è lo sport. Ma, dietro al palcoscenico principale si sono mossi tanti volontari che hanno reso possibile ogni giornata di sport.
12 mila candidature, 3500 selezionate per poi sceglierne 3000. Un grande lavoro di questi ragazzi che si sono districati alla grande.
La super visor Francesca De Santis così racconta la sua avventura: "Dopo aver fatto parte del comitato organizzatore ho anche coordinato i volontari nell'organizzazione degli eventi. E' stata un'esperienza fantastica!".

Tra i selezionati abbiamo scelto di farci raccontare la sua "avventura" da Giuseppe De Rosa: "L’esperienza come volontario è stata senza dubbio interessante, lavorare in una grande manifestazione come le Universiadi, nel proprio Paese, era un’occasione da non perdere.
Il ruolo che mi hanno assegnato, quello di gestire sostanzialmente l’area VIP dello stadio Arechi, e quindi svolgere attività di accoglienza per i membri della Federazione Internazionale Sport Universitari e delle varie delegazioni, mi ha dato modo di misurarmi in un campo per me nuovo, ma fortemente intraprendente. Era un po’ quello che speravo: essere impiegato in un’attività quanto più dinamica possibile, dove non sono mancati anche degli imprevisti: come ad esempio quando c’era da far comprendere ad alcuni membri delle delegazioni come fosse importante che rispettassero il proprio settore, e non si spostassero in altre aree a loro non dedicate".
Ma la vittoria di questi volontari è stato il gioco di squadra: "Si è trattato - come spesso capita - di un lavoro reso efficace dal gioco di squadra e dal supporto ricevuto da tutti i volontari coinvolti così come dai supervisori e dai responsabili della venue".
Un aneddoto: "Il momento forse più rilevante è stato probabilmente quando ho dovuto portare sul terreno di gioco alcuni ospiti presenti in tribuna VIP che avrebbero dovuto consegnare le medaglie agli atleti nella cerimonia di premiazione. Era fondamentale che venissero accompagnati al momento opportuno sul terreno di gioco, affinché non si ritardasse la macchina organizzativa, e devo dire che tutto si è svolto in maniera impeccabile".
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
"Sicuramente ha rafforzato la consapevolezza in merito al saper lavorare in gruppo, nonché nel gestire un gruppo di persone, avendo spesso assunto iniziative e fornito suggerimenti, così come ne ho ricevuti, agli altri volontari che lavoravano nella mia area, per poter svolgere al meglio l’attività di accoglienza.
La sensazione primaria è quella di profonda gratificazione nell’essere stato parte di un evento internazionale contribuendo a farlo svolgere nel miglior modo possibile".

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).