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VITO LAUDANI GALVAGNO: “NELLA MIA METODOLOGIA HO SEMPRE DATO PRIORITA’ ALL’EDUCAZIONE E ALLA LIBERTA’ DEI BAMBINI”

Il Sassuolo ha introdotto un nuovo metodo di allenamento nella categoria esordienti, metodo che ha fatto scalpore in tutti Italia, ma Vito Laudano Galvagno lo usava già 25 anni fa: “Questa è la mia filosofia e metodologia da 25 anni a questa parte, ho sempre dato come priorità l’educazione e la libertà dei bambini. Col mio metodo porto il bambino a crescere lasciandolo nella più assoluta autonomia. Ho introdotto l’autogestione sia in allenamento sia in partita. In allenamento, a turno, ogni bambino o ragazzino prepara la sessione e svolge la funzione di istruttore. In partita saranno i bambini a gestire le situazioni, sia individualmente sia a livello collettivo”.
Vito Laudani Galvagno non ha avuto una grossa esperienza da calciatore: “ma più per colpa mia che per capacità”, ma come allenatore, invece “la mia esperienza più bella è quella fatta in Spagna, durata quasi 5 anni dove ho potuto esternare le mie idee senza problematiche. Ma ho anche lavorato col Milan dove ho avuto l’onore di collaborare come tecnico delle scuole calcio Internazionali per 4 anni. Ormai sono quasi 30 anni che alleno con qualche parentesi anche in C2 con la Nocerina. Penso, però, che la mia dimensione sia la scuola calcio dove sicuramente trovo la mia giusta collocazione, Vorrei trasmettere tutta la mia esperienza per far crescere i bambini e in più ho fatto questa scelta, perchè è l’unico modo per aiutarli a crescere in un ambiente di sport, dove possano finalmente esprimere i propri desideri, in un ambiente positivo e propositivo, dove i genitori possano vivere l’esperienza del proprio figlio in modo diretto ed equilibrato, per me i genitori sono e dovrebbero essere una risorsa e non un problema, come purtroppo molto spesso accade nel calcio, ma più in generale nello sport. Se una scuola calcio lavora in funzione del bambino, i genitori sono una grandissima risorsa, perchè è l’unico modo per instaurare quella che io chiamo “fiducia empatica” tra istruttore e bambino”.
Un modo nuovo di pensare che lo ha messo ai margini: “Per introdurre esercizi per le capacita’ percettive coordinative e per la sincronizzazione dei due emisferi sono sempre stato criticato e isolato, ma adesso che il Sassuolo ha introdotto questa grande novita’ del non mandare in panchina l’istruttore degli esordienti, allora forse, il mio metodo sarà più credibile. Io questo l’ho fatto con i giovanissimi ed allievi e non mi sono limitato agli esordienti o pulcini”.
Continua: “Sono felice perché fin quando queste innovazioni le porto io non hanno credito se le portano societa’ ed allenatori professionisti e conosciuti prendono piede”.
Ma ci tiene a precisare: “Sono stato il primo ad introdurre aerobica coordinativa musicale nel 1989, la prima squadra ad averne assaporato i benefici fu l’ A.C. Folgore. Nel 1996 la Gazzetta fece un articolo sul metodo Ajax che nel settore giovanile introdusse appunto aerobica coordinativa musicale. Penso che e’ possibile che persone senza conoscersi possano avere la stessa idea, ma la differenza sta nel fatto che diventa credibile solo per chi ha un nome conosciuto”.
Insomma un precursore dei tempi che purtroppo si batte contro l’ostracismo generale che vuole mantenere lo status quo perché conviene.
Ma, mister Vito Laudano Galvagno, per concludere ci trasmette una sintesi del suo pensiero: “L’esperienza che una persona farà di prendere decisioni autonome, personali, potrà poi diventare un trampolino per affrontare meglio il suo futuro. Educare alla libertà di espressione di se stessi, alla responsabilità e alla creatività è la sintesi del mio progetto. Tutto ciò è impossibile con i bambini, perchè con loro non si può avere un raffronto diretto, abbiamo bisogno dei genitori per conoscere quasi intrinsecamente ogni bambino, noi abbiamo bisogno di un tramite, che possa creare quel ponte di conoscenze che ci consentirà di conquistare quella fiducia empatica, indispensabile per aiutare a far crescere in modo equilibrato nello sport i bambini, però se a priori i genitori si considerano un problema, bene allora sarà veramente un problema”.
Abbiamo avuto l’autorizzazione di pubblicare, in più puntate, dei riferimenti metodologiche del mister dalle idee innovative che paga lo scotto di non avere un cognome famoso e che si deve scontrare con la bigotta mentalità italiana.
Ma qualcosa sta cambiando, questo è certo.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).