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IL RIGORE PIU’ LUNGO DELLA STORIA: NON E’ QUELLO DI RONALDO CONTRO LA JUVENTUS

I giornali spagnoli questa mattina hanno indicato il rigore più lungo della storia del calcio quello battuto da CR7 contro la Juventus ieri sera al Bernabeu di Madrid. Nemmeno per sogno. Dal fallo di Benatia al gol sono passati circa 4 minuti.
Ora volete sapere qual è stato il rigore più lungo della storia?
Ebbene a noi del Bello dello Sport lo ha raccontato, durante la rappresentazione teatrale a Milano, “Futbol” – Le storie di calcio, Luca Ramella (testo tratto dai racconti di Osvaldo Soriano, scrittore argentino).

“Futbol”, le storie di calcio d’altri tempi nello spettacolo teatrale di Luca Ramella

In questa rappresentazione teatrale Ramella racconta la storia del rigore più lungo della storia, quello che fu battuto una settimana dopo dalla sua designazione. Ora vi raccontiamo i fatti e gli antefatti della vicenda.
Siamo nel lontano 1958 nella lontana e sperduta Vale de Rio Negro (Argentina) e la squadra in questione è quella dell’Estrella Polar, una squadretta nata giusto perchè la domenica i bar erano chiusi e non avevano nulla da fare per cui, i suoi componenti, decisero di passarla giocando a calcio.
I giocatori non facevano allenamento ed erano sempre gli stessi da anni. Il portiere, nel 1958, aveva 40 anni suonati.
Non vincevano mai. Il gioco per loro era un passatempo. Bastò piazzarsi al tredicesimo posto per festeggiare stappando damigiane di vino e cantare fino all’alba.
Poi nel 1958 successe qualcosa di straordinario, di incredibile!
I giocatori dell’Estrella cominciarono a vincere. Nessuno di loro pensava di avere merito e continuavano a non allenarsi e a passare le giornate al bar. Giocavano malissimo, ma vincevano.
I campioni di sempre della categoria, il Deportivo Belgrano, si trovarono per la prima volta a rincorrere ad un punto di distacco.
Si arriva allo scontro diretto. Le scommesse erano tutte a favore dei campioni di sempre. Nessuno credeva nella possibilità dell’Estrella di poter vincere ancora. Come dire: quando è troppo e troppo! La fortuna non può durare in eterno.
Ed invece all’88’ minuto l’Estrella era in vantaggio di due reti ad uno. Lo stadio era ammutolito. Incredulo. Le schiappe di sempre, coloro che vivono al bar i loro allenamenti erano in vantaggio contro la formazione più titolata del campionato.
A questo punto entra prepotente come protagonista l’arbitro (in un certo senso come ieri nel match Real – Juve), un tal Herminio Silva. Pensò più volte all’importanza del suo ruolo, all’impatto sociale del suo lavoro e decise che la partita non poteva finire così. Attese l’attimo giusto. La punta Padin del Deportivo Belgrano entrò in area e appena un difensore gli si avvicinò, partì il fischio. Calcio di rigore.
In seguito al fischio un giocatore dell’Estrella gli fece partire un pugno sul naso. L’arbitro scoppiò in una risata e coinvolse tutti i giocatori presenti. L’allegria durò fino a notte fonda.
Il caso passò in tribunale. Mancavano ancora 20 secondi da giocare dopo quel calcio di rigore. Il giudice stabilì che la sfida tra el Gato Diaz, portiere 40enne dell’Estrella, e Costante Gauna, il capocannoniere del Deportivo, avrebbe avuto luogo nello stesso campo la domenica successiva. Unico appunto. Lo stadio doveva essere chiuso al pubblico.
La settimana di attesa fu lunga. Tutti chiedevano a Diaz: “Lo pari?”. Lui rispose: “Ci provo! ma ad una condizione. Voglio che la Bionda Rubia Ferreira mi dica ti voglio bene!”.
Per la donna fu difficile accettare questo compromesso. Era contraria, indignata. Ma il sindaco della città ci provò in tutti i modi, fino ad inginocchiarsi sulla strada sterrata. A questo punto la Bionda cedette e si fidanzò con Diaz.
La richiesta, della donna, prima di farlo andare allo stadio fu categorica: “Se non lo pari, vuol dire che non mi vuoi bene!”.
Il servizio d’ordine fu eccellente. Nessuno riuscì ad avvicinarsi allo stadio. Solo un moccioso di 6 anni riuscì ad arrampicarsi su un tetto che aveva buona visuale dello stadio. Fu lui a raccontare gli ultimi istanti di quella lunga partita: “L’arbitro Herminio Silva conta i passi. El Gato Diaz si posizionò sulla linea e si fregava le mani. Guardava arbitro e pallone. Costante Gauna s’avvicinò al pallone. Lo sistema. L’arbitro fischia. La palla viene calciata centralmente. Costante aveva capito che la sfera sarebbe stata respinta con i piedi. Ma l’arbitro svenne.
La parata venne annullata. Il segnalinee disse: “Non vale!”. L’arbitro si rialzò si fece raccontare quello che era successo e decretò la ripetizione del calcio di rigore. Il regolamento parla chiaro. Non si può giocare con un arbitro svenuto.
El Gato Diaz allontanò tutti quelli che volevano picchiarlo ancora. Disse: “Non possiamo aspettare un’altra settimana!”
Il gioco riprese. Il tiro arrivò. El Gato si buttò nella stessa direzione della sfera con una sicurezza ed un’eleganza che non dimostrò mai più. Il pallone fu bloccato. Iniziò la festa. Per strada cominciarono ad aprire le damigiane di vino e la Bionda fu portata in trionfo verso il campione. Bisognava suggellare la vittoria con un bacio storico.

Se questa storia vi è piaciuta, leggete anche quella del Trinche…. straordinaria!

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alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).