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UN CALCIATORE CHE HA BATTUTO IL ‘PARKINSON’ E IL TERREMOTO: LA STORIA DI DOMENICO MATTEI

“Anch’io sono un malato di parkinson (diagnosticato nel 2009), anno bruttissimo visto che essendo di L’Aquila ai disagi e alla sciagura del terremoto si è aggiunta anche la malattia”.
E’ Domenico Mattei che racconta al “Il Bello dello Sport” la sua incredibile storia, una storia che nel leggerla farà, sicuramente, venire i brividi anche ad una lastra di ghiaccio.
Al danno anche la beffa: “A tutto quello che era successo in quel maledetto anno devo aggiungere anche la perdita del lavoro”. Ma Mattei ha qualcosa nel suo carattere che è proprio di uno sportivo vero, infatti: “la cosa che mi ha fatto andare avanti è il calcio. Giocavo nei dilettanti ma con una tale passione che ho calzato scarpe chiodate fino a 45 anni raggiungendo le 500 presenze e con ben 190 reti”.
Ricorda anche la sua ultima esperienza: “l’ultima con la maglia della New Team Pizzoli con la quale abbiamo anche vinto il campionato di Seconda Categoria”.
Poi esce il suo carattere dolce e sincero di persona che ha sofferto e vinto la sua battaglia col cuore e con la grinta: “Scusate il disturbo ma questa intervista l’ho voluta fare solo per dimostrare a tutti che il calcio, come lo sport in generale, è più forte di una malattia come il parkinson”.
Poi continua e parla di se stesso e del morbo: “Questa è una malattia che spaventa. Molte persone quando sanno del parkinson spariscono. Un’arma in più per me sono stati i miei moltissimi amici che mi vogliono bene. Devo dire che anche quando sei alla ricerca di un lavoro tutto diventa problematico perché ti viene difficile parlare quando il tuo interlocutore, venendo a conoscenza della malattia, si presenta con un’espressione che ti mette il gelo dentro”.
Il suo stile di vita: “Affronto la malattia ridendoci su”.
Poi ritorna alla sua passione, il calcio: “Negli anni in cui ho giocato, dopo la diagnosi, vado fiero del fatto che non ho saltato nemmeno un’allenamento ponendomi come obiettivo di arrivare alle 500 presenze”.
Siamo nel 2015 “giornata fantastica – racconta Domenico Mattei – la società e il mister Durastante hanno organizzato per me una splendida coreografia, infatti al mio ingresso in campo il pubblico sventolava dei fogli con la scritta 500 ed i miei compagni mostravano una maglia celebrativa. Ma l’apoteosi l’ho avuto quando alla mia rete tutti i miei compagni sono corsi ad abbracciarmi con un calore che mi ha commosso. Commozione che è stata percepita e avvertita anche dai miei genitori e da mia sorella in tribuna”.

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).