Home / ANEDDOTI  / “Il calcio dietro le quinte” (parte 1): l’intervista a Luca Scafuri

“Il calcio dietro le quinte” (parte 1): l’intervista a Luca Scafuri

Da oggi parte una nuova rubrica fissa che speriamo possa riscuotere buon successo, così come accaduto per “C’era una volta il calcio in carrozzina a Salerno”. Stavolta è il turno di “Il calcio dietro le quinte”, una iniziativa editoriale volta a dare visibilità a coloro i quali gravitano intorno all’universo calcistico, senza essere mai sotto la luce dei riflettori. Per offrire una ribalta alla folta schiera di persone che rappresentano il lato genuino e passionale di questo sport, vi proporremo una carrellata di interviste. Ha inaugurato questo nuovo progetto l’amico Luca Scafuri, giornalista di ZON e speaker della Salernitana durante le gare casalinghe disputate presso lo stadio Arechi.

Com’è nata la possibilità che tu potessi diventare la voce ufficiale del club granata?

“Ero solito assistere alle gare casalinghe in curva sud prima che lo speaker precedente, Matteo Amaturo, decidesse di essere coadiuvato dal sottoscritto. Saltuariamente leggevo qualche messaggio promozionale o lo aiutavo nell’annunciare qualche gol finché un giorno, alla luce della sua indisponibilità ad assistere ad un incontro, disse alla società che lo avrei sostituito. La partita in questione era Salernitana – Pontedera, in programma il 17 marzo 2013: il match terminò 1-1, nonostante l’iniziale vantaggio siglato da Ginestra con un tiro da calcetto, scagliato di punta. Andò tutto bene ed alla fine presi definitivamente il suo posto, in virtù dei suoi sempre più incalzanti impegni teatrali. Nel frattempo ho anche preso il tesserino da giornalista”.

Quanto ci resti male pensando alle carenze dell’impianto audio?

“Tantissimo. Vorrei creare un legame ancor più indissolubile con tutto il pubblico. In ogni stadio che si rispetti, si crea un connubio speciale tra la voce della squadra locale ed i sostenitori di quest’ultima. Mi piacerebbe che ciò si verificasse anche a Salerno. Il mio dispiacere aumenta se penso al fatto che in stadi più fatiscenti dell’Arechi vi è maggiore possibilità di interazione con i tifosi”.

Quando sei andato per la prima volta a vedere una partita della Salernitana?

“Avevo tre anni. I miei genitori (i giornalisti Mimmo Scafuri e Rosaria Coppola, ndr) mi portarono allo stadio Vestuti. Da lì nacque una passione importante e da quel momento in poi ho sempre seguito le vicissitudini della squadra, anche in trasferta. Colgo l’occasione, a distanza di anni, per dire una marachella di gioventù ormai caduta in prescrizione: a volte usavo la scusa di dover giocare (il nostro intervistato ha, infatti, un passato da portiere, ndr) per recarmi in trasferta a seguire la Salernitana, anche in gare a rischio”.

Ti è mai capitato di non poter assistere dal vivo per un certo periodo di tempo ad una gara della Salernitana?

“Sì. Dal settembre al dicembre del 2007, sono stato in Portogallo. Vi svelo un aneddoto simpatico: pur non potendo assistervi di persona, ho seguito le gare dei granata grazie ad un internet point sotto casa. A fine soggiorno lusitano, una sciarpa granata rimase collocata nella struttura e credo sia ancora lì dopo tanti anni, nel ricordo di quelle settimane in cui ero solito recarmi lì per vedere gli incontri sportivi della mia squadra del cuore”.

Domanda da un milione di dollari: quali sono i tre calciatori della Salernitana a cui sei maggiormente legato?

“Difficilissimo risponderti. Dovresti scrivere una miriade di nomi. Cito Ighli Vannucchi per i suoi gol indimenticabili al Vicenza, sia in A che in B. Poi Roberto Breda merita una menzione speciale in quanto capitano di mille battaglie, così come Marco Di Vaio mi ha fatto sognare con i suoi gol che ci permisero di andare in A”.

Qual è il gol più emozionante che hai annunciato?

“Senza ombra di dubbio quello realizzato da Gustavo contro il Benevento al 96’ in quanto si trattava di un derby infuocato, disputato su un campo fangoso in un clima da battaglia”.

Qual è stato, invece, il gol più bello da un punto di vista balistico che hai raccontato in questi quasi quattro anni di militanza da speaker?

“Il gol di Coda contro il Verona. Credo che il suo colpo di testa sia stato davvero di pregevole fattura”.

Quanto ti piacerebbe annunciare un giorno il gol della promozione in A della Salernitana?

“Credo che tu mi abbia fatto uno dei migliori auguri possibili ed immaginabili. Suppongo non vi potrebbe essere, allo stato attuale, un’emozione tale da gratificarmi di più. Spero che un giorno quanto da te detto possa avverarsi”.

corradobarbarisi@hotmail.it

Ingegnere elettronico di primo livello. Giornalista pubblicista dal 26 novembre 2015