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GIANLUCA TEMELIN, DA CALCIATORE AD ALLENATORE: “AI GIOVANI INSEGNO IL RISPETTO DELLE REGOLE, POI LA TECNICA”

Il Bello dello Sport ha intervistato Gianluca Temelin, che da calciatore ha vestito maglie importanti come quelle di Atalanta, Cremonese, Treviso, Spal, Pro Patria, Reggiana solo per citarne alcune, giocando tra i professionisti più di 400 partite e realizzando oltre 120 gol. Con lui ci siamo soffermati a parlare soprattutto di calcio giovanile considerato che attualmente è allenatore dell’Under 15 del Pescara.

Ho smesso di giocare tre anni fa. Poi ho voluto provare questa nuova avventura da allenatore. La prima esperienza l’ho avuto proprio tre anni fa con i giovanissimi nazionali della Pro Patria, squadra con cui ho giocato un pò di anni fa. Per capire se una cosa ti piace la devi provare, per cui ho iniziato questa avventura e dopo il primo anno ho potuto verificare che è un piacere allenare i giovani, a cui posso trasmettere quello che ho fatto da calciatore. L’anno scorso poi è arrivata la chiamata del Pescara, città in cui sono nato e cresciuto fino a 15 anni prima di essere acquistato dall’Atalanta. Qui a Pescara ho fatto l’Under 16, quest’anno sono stato riconfermato con passaggio all’Under 15. Facciamo un campionato nazionale che, rispetto allo scorso anno, per alzare un pò il livello, è fatto da squadre di A e B, mentre la lega pro fa un altro campionato, sempre nazionale. Quindi giriamo l’Italia, perchè abbiamo partite a Palermo, Crotone, Roma, Bari, Napoli, Ternana, Perugia. E’ un’esperienza molto importante per i ragazzi”.

Come sono organizzate le attività dell’Under 15? “Facciamo quattro allenamenti a settimana, più la partita di campionato. E’ quasi un lavoro. I ragazzi, oltre agli allenamenti, vanno a scuola. Qui a Pescara abbiamo un bellissimo convitto, di primissima qualità. Tanti ragazzi vengono da fuori per cui sono seguiti e controllati. Abbiamo un centro sportivo tutto nostro, con quattro campi da calcio, è un ambiente dove si può lavorare bene e fare calcio come piace a me. Non tutte le società si possono permettere strutture ed un’organizzazione di questo tipo”.

L’esperienza da calciatore che ora cerca di trasmettere ai suoi giovani. “Prima di iniziare a fare il calciatore professionista, ho avuto la fortuna di far parte di due settori giovanili molto importanti: prima alla Renato Curi di Pescara, una società dilettantistica che già venti anni fa faceva invidia a società professionistiche più quotate e da cui sono usciti i vari Oddo, Grosso, D’Aversa, Luisi, Falcone. Fu una nidiata importante per quegli anni. Da lì, poi mi ha preso l’Atalanta, passando quindi da un settore giovanile ottimo al settore giovanile più importante in Italia. La mia “fortuna” è che all’Atalanta sono cresciuto in un ambiente positivo, in cui la prima cosa che ti insegnano è il rispetto delle regole, quindi prima ti insegnano a diventare uomo e poi calciatore. E questo è quello che sto cercando di trasmettere ai miei ragazzi, da quando ho iniziato ad allenare, perchè per me è fondamentale che i ragazzi apprendano prima il rispetto delle regole, il sacrificio, la voglia di non mollare e soprattutto di divertirsi. Durante la settimana ripeto sempre ai miei ragazzi che si devono divertire, però facendo le cose con il massimo impegno. Se poi il singolo ha delle doti, delle qualità innate, è chiaro che potrà fare bene. Però anche se hai talento per poter fare strada devi avere nelle corde i valori che ho citato”.

Temelin alla Cremonese, con cui giocò 49 partite realizzando 21 gol

Temelin alla Cremonese, con cui giocò 49 partite realizzando 21 gol

Gli anni trascorsi all’Atalanta e una “primavera” fatta di tanti giovani talenti. “In quegli anni, da quel settore giovanile uscirono i vari Morfeo, Locatelli, Tacchinardi, Zanchi, i gemelli Zenoni, Rossini e tanti altri giocatori che hanno fatto carriere davvero importanti. L’Atalanta è stata sempre attenta al settore giovanile e si è mantenuta su standard di primo livello. Oggi, se diamo uno sguardo a tutte le rose di Serie A, sicuramente troviamo un prodotto del vivaio bergamasco, come Zappacosta e Baselli al Torino e Bonaventura  e Montolivo al Milan. Anche qui a Pescara si lavora bene, dove sono usciti talenti importanti come Verratti andato poi al Paris Saint Germain. Attualmente in prima squadra gioca un giovane del vivaio, Vitturini, che ha fatto bene anche l’anno scorso in Serie B e gioca anche nell’Under 21. E poi abbiamo dei giovani in prestito, per cui stiamo facendo un ottimo lavoro”.

Investire sui giovani italiani perchè capita spesso di vedere settori giovanili con tanti stranieri, a volte non di primo valore. “Oggi questo è un dato di fatto. Ai miei tempi, quando facevo le giovanili all’Atalanta, forse c’era solo un giocatore straniero. Era così anche da altre parti. Sarà un caso, ma in quell’epoca sono usciti i vari Nesta, Totti, Morfeo, Alessio Pirri, con cui ho giocato insieme per due anni alla Spal. Ne sono usciti davvero tanti probabilmente perchè c’erano più giocatori italiani in campo. Sicuramente ci saranno anche tanti giovani stranieri validi, ma se si vuole valorizzare il giovane italiano si deve partite dalle giovanili magari prevedendo un numero minimo obbligatorio di ragazzi italiani”.

Fonte Foto: profilo FB di Gianluca Temelin

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