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MARIO GUERRASIO (NICK SALERNO): “VI SPIEGO IL MIO AMORE PER LA JOMI SALERNO”

La Passione del Tifo. Quel sentimento che non conosce barriere né distanze proibitive: “ovunque tu sarai io ti seguirò” è uno degli slogan più famosi che le tifoserie inneggiano nei confronti della propria squadra. Spesso e volentieri è il campo a guadagnarsi le pagine dei siti e dei giornali ma ci sono anche loro, gli appassionati di pallamano che ogni sabato provano a spingere alla vittoria le proprie beniamine, risultando con il loro grande entusiasmo spesso anche l’ottavo uomo in campo. Tra di loro vi è sicuramente Nick Salerno al secolo Mario Guerrasio, da anni al fianco della Jomi Salerno, sia in casa che in trasferta. A lui abbiamo deciso di fare alcune domande.

Come ti sei avvicinato alla pallamano femminile e come nasce la tua passione per questo sport?

“Ho iniziato a seguire la pallamano negli anni novanta quando si giocava al Palatenda (ora Pala Tulimieri ndr). Eravamo un gruppo di amici che tifava per Salernitana (all’epoca il calcio si giocava rigorosamente di domenica) e il sabato iniziammo a frequentare le tribune in ferro della tendostruttura. Era la squadra che approdò in serie A1 vincendo una campionato strepitoso. C’erano diverse gruppi: Ultrà Plaitano, Teste Fumate, Banda Alkoolika. Era un’altra pallamano. Ricordo una vittoria strepitosa alla Palumbo contro il Cassano Magnago che non perdeva da ben cinque anni. Ma ripeto erano altri tempi”.

Le coreografie più belle e quelle più difficili da realizzare nel corso di questi anni al fianco della squadra salernitana?

“Non sta a me dirlo se c’è una coreografia più bella. Rappresentano un momento della vita della squadra e nascono da un’idea che magari ho scritto su un pezzettino di carta. In seguito la disegno, trovo le soluzioni per realizzarla ed insieme agli amici del gruppo SOLO PER SALERNO iniziamo a prepararla. Ogni coreografia ha la sua difficoltà, non tanto per la fase preparatoria e realizzativa, ma, come è ovvio, il giorno della partita, perché non potendole provare non si può mai dire se tutto riesce come l’hai pensato. Se vogliamo parlare di una coreografia alla quale sono molto legato è quella GLI IMMORTALI 2.0 con i nomi di tutte le giocatrici, perchè in quel campionato abbiamo sofferto tanto per varie ragioni, eppure siamo arrivati in semifinale scudetto”.

La trasferta più bella e se c’è stata quella più brutta da quando seguite la Jomi Salerno?

“Credo che negli ultimi cinque anni, ovvero da quando esiste il gruppo SOLO PER SALERNO, avrò perso tre/quattro trasferte, non di più. Ognuna ha la sue storia e i suoi aneddoti da raccontare. La caratteristica della squadra è stata sempre quella di vendere cara la pelle, quindi trasferte brutte faccio fatica a ricordarne, aldilà del risultato. Di trasferte belle ce ne sono tante, come ad esempio, l’ultima a Conversano. Se proprio devo sceglierne una, dico Sassari, quando vincemmo lo scudetto nel 2011. Fu una vittoria storica contro uno squadrone, in un palazzetto sassarese con una temperatura infernale e un pubblico ancora più rovente. Noi eravamo una quindicina ma ci facemmo sentire lo stesso”.

Infine, tornando al presente, secondo te dove può arrivare la compagine guidata in panchina da coach Salvo Cardaci?

“Vinciamo Coppa Italia e Scudetto. Nessun dubbio!”.

 

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