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Rosario Triolo: “La gente attualmente ha bisogno di buoni esempi per riuscire nei propri sogni”

Rosario Triolo, noto giornalista italiano, appassionato di calcio sudamericano, durante lo scorso mondiale è stato in Russia per seguire dal vivo ben 16 partite delle 64 in programma, compresa la finale. Ai microfoni della nostra redazione ha così giudicata la sua esperienza vissuta durante la Coppa del Mondo: “Dal punto di vista sportivo non posso che sottolineare il calore dei tifosi di Perù, Argentina e Messico che hanno fatto molti sacrifici per poter assistere alle partite della propria nazionale. L’atmosfera di festa presente nella città russe, con tutti i tifosi che cantavano per strada bloccando il traffico era qualcosa di bellissimo che mi ha regalato forti emozioni e ogni giorno era motivo di festa. Nella vittoria del Messico sulla Germania ho assaporato la grande passione di un pubblico da pelle d’oca: i tifosi messicani piangevano dall’emozione e non volevano uscire dall’impianto. Sensazioni analoghe me le ha suscitate anche la rete di Rojo contro la Nigeria; i tifosi argentini erano quasi certi di essere eliminati, ho vissuto scene di festa bellissime”.
Dal punto di vista personale il giornalista messinese ci ha raccontato di aver fatto nuove conoscenze e di aver vissuto un’ esperienza strana: “Dal punto di vista umano ho avuto l’occasione durante il mio lungo viaggio di instaurare nuovi rapporti e nuove amicizie con persone disposte a dare tutto loro stesse per me. La cosa che più mi ha colpito è il fatto che questo loro interesse non aveva scopi di convenienza, era solo volontà di instaurare forti rapporti di amicizia con persone nuove. L’episodio più simpatico che ho vissuto durante la mia esperienza in Russia è avvenuto mentre viaggiavo verso lo stadio che ospitava Uruguay-Francia: ero in una pompa di benzina e ho visto in uno scaffale destinato alla vendita di snack dolci anche delle munizioni per fucili da caccia”.

Dal lato della tua grande passione per il calcio sudamericano, dal tuo punto di vista quale calciatore potremmo presto vedere a ottimi livelli nei campionati europei?

“Sono sicuro di due calciatori in particolare. Uno è Cristian Pavón del Boca Juniors, esterno offensivo argentino che negli ultimi mondiali non ha avuto tanto spazio nonostante abbia fatto bene quando è subentrato. Nella partita contro la Francia era tra i calciatori titolari dell’albiceleste più attesi, ma complice anche la bravura degli avversari non ha confermato le aspettative. Diventerà un calciatore di livello internazionale, sta solo aspettando il momento giusto per essere lanciato nel grande calcio. Il secondo è Rodrygo Goes, esterno offensivo brasiliano classe 2001 del Santos. Ha già fatto vedere grandi qualità nel dribbling e inoltre ha già segnato cinque reti nella serie A brasiliana. Il rischio dei calciatori brasiliani è di arrivare in Europa con molte aspettative (per esempio cito Lucas ora al Tottenham ndr) e poi vedersi limitate le loro capacità di rompere gli equilibri per via delle migliori qualità in marcatura dei difensori del nostro continente. Questo ragazzo sembra davvero avere un passo in più rispetto a tanti talenti che non si sono mai espressi completamente una volta arrivati in Europa, diventerà un campione ne sono certo! La mia personale scommessa nella quale spero tanto è invece Nicolás Benedetti del Deportivo Cali. Il suo ruolo è quello del classico “numero dieci”, un ruolo che purtroppo dal mio punto di vista è in via di estensione. Ha grande tocco di palla e una classe davvero notevole, la mia speranza è quella di vederlo adattarsi magari a giocare più in basso in un club importante”.

Hai di recente iniziato a far parte del progetto tre3uno3, cosa ci racconti a riguardo?
“È un progetto che ha compiuto già un anno, ci occupiamo di scrivere una rivista cartacea che commerciamo anche digitalmente. Alla gente piace, perché la carta stampata attira ancora l’attenzione degli appassionati. Ci occupiamo di parlare di calcio sudamericano e principalmente amiamo raccontare delle storie di vita. Il calcio è un elemento integrante sotto questo punto di vista perché integra molte persone, la gente ha bisogno di buoni esempi per riuscire nei propri sogni. Riteniamo che il Sudamerica sia la capitale di tale sport, basti vedere che tanti dei calciatori più importanti dei top club europei provengono da questi paesi. Il fascino delle storie che raccontiamo fa leva a tutti, anche a chi effettivamente segue poco il calcio o non è espertissimo. Il nostro obiettivo è far conoscere la storia di chi in futuro giocherà a grandi livelli narrando le difficoltà che l’atleta ha affrontato per arrivare al successo. Puntare su un progetto di questo tipo è molto rischioso, perché la gente legge sempre meno e non si reca quasi mai in edicola”.

mautonegiuseppe1998@gmail.com