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Una vita per il “suo” Barletta: la storia di Vincenzo Lanotte

Un tuffo nel passato, un viaggio nel calcio degli anni ’90 con uno dei giocatori più talentuosi dell’allora Serie C. Vincenzo Lanotte, attaccante che ha vissuto l’apice della sua carriera con il “suo” Barletta proprio in quegli anni, si è concesso ai microfoni del Bello dello Sport in un’intervista a 360 gradi. “Ho sempre giocato a calcio. Da piccolo come tutti i ragazzini giocavo con gli amici per strada in partite interminabili. Non finivano mai!”, esordisce così Lanotte, “a 16 anni gioco in prima categoria con il Barberino Barletta, l’anno dopo vado in ritiro in prova con la Primavera del Barletta, al termine di questo ritiro la società decide di tesserarmi”. Per lui si realizza un sogno: giocare con la maglia della squadra della sua città. Dopo due anni approda in prima squadra. Stagione 1989/1990: il Barletta gioca in Serie B e Lanotte, che fa l’esordio contro il Verona, colleziona 8 presenze ed un gol. Dopo quattro stagioni nella città della famosa Disfida, Lanotte cambia aria e accetta la corte spietata del Direttore Sportivo Corvino che lo porta con sè a Casarano dove resta per un anno e mezzo. Prima di approdare in Puglia, molte squadre di A e B avevamo messo gli occhi addosso al talentuoso attaccante classe 1970, ma in quegli anni la presenza del cosiddetto “parametro” costituì un ostacolo alla sua promozione in categorie superiori. La carriera di Lanotte prosegue tra Nola, Alessandria, Brescello, Novara, L’Aquila, Giulianova e Fidelis Andria, tra C1 e C2. Qui termina la sua esperienza nel calcio professionistico. All’età di 34 anni Vincenzo Lanotte ha ancora voglia di giocare e di divertirsi. Accetta di scendere nel calcio dilettantistico dove gioca per altri quattro anni tra Serie D e ed Eccellenza, vestendo le maglie di Val di Sandro e del Barletta. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, gli viene affidata la panchina della squadra Allievi del Barletta. Come allenatore ottieni ottimi risultati ma qualcosa non va: “Dopo aver fatto bene, mi sono state fatte tante promesse, ma a malincuore ho deciso di chiudere con il calcio vero. Mi proponevano di allenare portando uno sponsor, ma io non ho mai accettato! E ho chiuso la porta in faccia a quelle squallide proposte”. Da otto anni lavora in un’azienda alimentare e da qualche anno allena i ragazzi dell’Athena Calcio di Barletta con ottimi risultati:Stiamo lavorando bene e riusciamo a dare molti dei nostri ragazzi ai settori giovanili di squadre professionistiche”, ci confida con un certo orgoglio. Poi una riflessione sul calcio di oggi e quello di una volta: “Il calcio di adesso è fatto di compromessi. Assistiamo sempre di più a situazioni in cui i genitori pagano per far giocare i propri figli. Una volta si giocava con gioia e per la maglia e soprattutto c’era più rispetto verso la casacca che si indossava e verso i tifosi”. Sorride quando gli chiediamo se gli manca allenare un club professionistico: “Io sono contento di allenare i ragazzi, mi diverto con loro. Come una volta: dietro il divertimento ci deve essere un insegnamento che purtroppo oggi le scuole calcio non sanno dare”.

In conclusione gli strappiamo una curiosità su presunti contatti con la Salernitana di allora: “Mi sarebbe piaciuto tantissimo giocare con la maglia della Salernitana. Ogni qualvolta mettevo piede sul campo dell’Arechi era sempre una forte emozione. Ricordo di aver segnato a Salerno con la maglia del Barletta in una bellissima cornice di pubblico, peraltro le due tifoserie erano gemellate”.

fonte foto pagina Fb di Vincenzo Lanotte

 

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