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Dalla possibile amputazione al ritorno in campo. Il calvario di Cazorla

Qui non si molla proprio nulla. Avrà pensato una cosa simile Santi Cazorla, quando i medici continuamente gli hanno detto che non sarebbe mai tornato su quel terreno verde, o che forse non sarebbe mai tornato neanche a camminare normalmente. Non ci stava Santi a vedere sfumare quel sogno di una vita che fin da bambino lo teneva impegnato nella sua Llanera. Eh sì, quella passione che lo ha spinto a superare 8 interventi e un’infezione (con cui ha rischiato l’amputazione) in meno di due anni.

La sofferenza

Tutto partì da quella dannata partita, Spagna -Cile disputata nel lontano 2013. Cazorla esce dal campo per infortunio al piede destro, solo il primo di una lunga serie. Nonostante questo, però, lo spagnolo continuava a dare il suo contributo in campo, il più delle volte stringendo i denti: <<Il dolore era talmente forte che nel riscaldamento quasi mi mettevo a piangere. Una volta che mi ero scaldato, però, diventava sopportabile>>. Il primo lungo KO arriva nel 2015, quando si sottopone al primo intervento chirurgico, che interessa però il ginocchio destro: rottura del collaterale. Per il piede ancora nulla da fare, si va avanti tra un’infiltrazione e l’altra per alleviare quanto meno la sofferenza. Si arriva così al 2016: l’operazione al tendine è ormai inevitabile, e con l’intervento inizia anche l’incubo: <<Mi hanno detto che se fossi riuscito a tornare a giocare con mio figlio in giardino mi sarei dovuto considerare soddisfatto – racconta Cazorla al quotidiano spagnolo Marca. – Il primo obiettivo era di ricominciare a camminare>>. Il recupero sembra andare nel migliore dei modi, anche se un anno dopo Santi ha bisogno di un altro intervento, questa volta al tendine della zona plantare; la complicazione è dietro l’angolo: la ferita fatica a cicatrizzare. Altri otto interventi riparatori risultano alquanto inutili: <<Intanto ricominciavo a giocare, mi dicevano che stavo bene. Ma la ferita non mi si cicatrizzava, continuava ad aprirsi, si infettava: a volte si vedeva anche il tendine scoperto…>>.

La luce in fondo al tunnel

thumbnail_Locandina Le regole del gioco

dalla Pagina Facebook “Ultrà Moderati”

Bisognava prendere una decisione. Il centrocampista classe 1984 decide di tornare in Spagna, dove troverà le cure del Dottor Sanchez: <<Una volta entrato nella sala operatoria, il dottore guarda il piede e si mette le mani nei capelli. Aveva notato la tremenda infezione, che aveva danneggiato parte del calcagno e mangiato il tendine d’Achille: mancavano 8 centimetri di tessuto!>>. La negligenza dello staff medico inglese rischiava di costare cara a Cazorla, la peggiore delle ipotesi infatti era l’amputazione dell’arto. Iniziano così nuove cure, un nuovo ciclo di interventi (tra i quali anche l’esportazione di una parte di pelle dal braccio precisamente dal tatuaggio dedicato alla figlia India), fino ad arrivare al 29 maggio, quando il dottor Sanchez ha effettuato l’ultima operazione di ricostruzione del tendine. Finalmente la fortuna sorride, è un nuovo inizio.

Il ritorno

Adesso Santi lotta contro il tempo per ritornare il prima possibile a quel sogno, al suo sogno. È arrivato anche il rinnovo del contratto da parte dell’Arsenal, che in segno di sostegno lo porterà con sé fino a giugno 2018. La fine del calvario sembra vicina: <<Non potrò giocare fino a gennaio, ma poi tornerò>>.
In bocca al lupo Santi, torna ad illuminare il gioco dei Gunners, corri a riprenderti ciò che è tuo.

(fonte immagine in evidenza VAVEL.com)

antonio.sica@outlook.it