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Aspettando le Olimpiadi – Berlino 1936, l’atleta senza un piede

Con l’ascesa del regime nazista in Germania non furono pochi i paesi che proposero di non far celebrare più l’XI Olimpiade (1936) a Berlino, ma il CIO rifiutò. Secondo la leggenda, di contro, lo stesso Adolf Hitler all’inizio non sarebbe stato convinto di ospitare i Giochi olimpici in Germania: sarebbe stato Goebbels, suo ministro della propaganda, a convincerlo dell’importanza appunto propagandistica dell’organizzazione della manifestazione.

LA PROPAGANDA – E, in effetti, il Reich diede grande importanza alla propaganda, realizzando un periodico di informazione sui Giochi e disponendo la videoripresa delle gare in programma. Il tutto per far capire al mondo quale fosse il livello di organizzazione della Germania.

IN VASCA SENZA UN PIEDE – A vincere nella pallanuoto fu la rappresentativa ungherese: i magiari annoveravano nel loro team un certo Oliver Halassy (o Halasy). Hallasy giocava senza un piede, avendolo perso all’età di 11 anni in un incidente stradale. Eppure, riuscì a conquistare la medaglia d’oro con la sua squadra. L’Ungheria, tra l’altro, sempre con Hallasy in squadra, aveva vinto l’oro nella pallanuoto nel 1932 e l’argento nel 1928. Hallasy venne ucciso nel 1946 da un soldato russo.

L’OCCHIALUTO OLIMPICO – Quando si pensa ai titoli della nazionale italiana, vengono in mente subito i quattro campionati del mondo: gli azzurri vinsero anche un campionato europeo (ma questa è un’altra storia) e anche un titolo olimpico, appunto nel 1936.

La squadra allenata da Vittorio Pozzo, nel 1934, aveva vinto la coppa Rimet organizzata proprio in Italia; due anni dopo, a Berlino, trascinata da Annibale Frossi, che giocava con gli occhiali – per questo soprannominato l’occhialuto olimpico – arrivò in finale contro l’Austria, vincendo per 2 a 1 e conquistando il primo e sinora unico oro olimpico dell’Italia nel calcio. Frossi realizzò 7 goal. Nel 1938, poi, gli azzurri avrebbero vinto la loro seconda coppa del mondo di calcio.

LEGGENDE… E ANCHE NO – Secondo la leggenda, Adolf Hitler si sarebbe rifiutato di complimentarsi con Jesse Owens, atleta statunitense, di colore, plurivincitore di medaglie nell’atletica leggera. Secondo alcuni testimoni dell’epoca, invece, i due si sarebbero salutati tranquillamente.

IL MEDAGLIERE – Fu la Germania a piazzarsi al primo posto (33-26-30, 89 medaglie in totale); al secondo posto gli Stati Uniti (24-20-12, 56 medaglie in totale); al terzo posto l’Ungheria (10-1-5, 16 medaglie in totale). L’Italia si piazzò al quarto posto, con 8 ori, 9 argenti e 5 bronzi (22 medaglie in totale).

DODICI ANNI DOPO – Ci sarebbe stato spazio ancora per un campionato del mondo, poi sarebbe scoppiata la guerra. I Giochi olimpici sarebbero tornati solamente nel 1948.

 

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